giovedì 7 maggio 2015

Vinca o Pervinca!

Posted by Mara



La Vinca, più nota come Pervinca, è una graziosa pianta molto apprezzata per le sue abbondanti fioriture. Il genere Vinca appartiene alla famiglia delle Apocynaceae e comprende sette specie erbacee sempreverdi. Le più conosciute sono: la Pervinca Maggiore (Vinca Major), la Pervinca Minor e la Pervinca Difformis, tutte crescono spontanee nella flora mediterranea. Queste piante sono originarie dell’Europea e dei tropici. La Vinca la possiamo trovare molto frequentemente nel sottobosco, nei luoghi selvatici, presso le siepi, ma può essere coltivata anche in giardino o in vaso, o per creare barriere o cespugli. Fiorisce in primavera.

La Vinca è un’erba perenne, sempreverde, strisciante, tappezzante, con un rizoma sottile. Presenta fusti legnosi alla base, eretti alti circa 30 cm, e anche fusti e foglie striscianti lunghi fino a 60 cm, La Vinca è una pianta umile, ma umile da humus, perché vuole stare attaccata alla terra, che striscia, perché nei nodi mette radici e improvvisamente sbuca fuori 10,20 centimetri più in là, formando in primavera un mazzo azzurro. 

Le foglie che sono lisce, lanceolate, di un bel verde acceso, prive di peli, persistenti, lucide, di sapore amaro. Non ha profumo ma l’accompagna l’odore del bosco. I fiori della Vinca sono singoli di forma tubolare con 5 lobi, solitamente blu-viola. Si dice comunemente “color pervinca”, in realtà il suo colore non è affatto costante: può variare da quello che noi chiamiamo pervinca ad un azzurro chiaro carico, fino ad un celeste pallido, dal bianco al rosso quasi vivo. 

La differenza del colore resta un mistero e non dipende neppure dal terreno. Comunque è raro trovarne gruppi in cui il colore non abbia una tonalità costante.
I ramoscelli radicano facilmente anche nell’acqua. 


In lingua slava antica, “Pervinka” significa “prima”, in riferimento ai fiori della primavera (è tra i primi a sbocciare).Il nome” Vinca” comunque sembra derivare dal latino “vincire”, che significa legare, per via dei fusti sottili e flessibili che si intrecciano nel terreno.

Presso i Celti, la Vinca era particolarmente cara agli stregoni, ne confezionavano infusi e pozioni. In Francia, la Pervinca in un primo momento era considerata “Violetta degli stregoni”, poi “Violetta dei maghi” in quanto utilizzata in magia per praticare incantesimi, preparare filtri d’amore, esorcizzare spiriti maligni. Lucio Apuleio, scrittore, filosofo, mago, alchimista romano, suggerì una precisa prassi di raccolta delle pervinche per difendersi da possessi demoniaci, attacchi di serpenti e animali feroci, veleni, invidie, paure e per prosperare in salute.

In alcuni paesi i suoi fiori venivano sparsi davanti agli sposi come gesto benaugurante. In Inghilterra era considerata un’erba sacra a Venere, si diceva che se le foglie venivano mangiate da due coniugi si propiziava l’amore fra loro. L’abate erborista Nicholas Culpeper indicava questa pianta per la fertilità. 

Si credeva anche che le foglie di Pervinca mescolate a quelle di Magnollia, infilate dentro al materasso nuziale potessero mantenere per sempre l’amore e la felicità coniugale.Con i suoi rami si intrecciavano ghirlande per accompagnare i defunti nel loro ultimo viaggio ma questo non era visto come un’espressione negativa, vita e morte erano considerate due realtà legate alla terra e alla vita. 


Nel corso del tempo il significato della Pervinca ha assunto molteplici sensi.
Nei più recenti rappresenta una nuova amicizia, una condizione di armonia spirituale, la fedeltà nei rapporti a lungo termine. In Italia è considerata il “fiore della morte” a causa dell’antica pratica di porne intrecci a ghirlande sulle bare dei bambini defunti, mentre in Germania è il “fiore dell’immortalità”. In Francia è considerata un simbolo di amicizia grazie allo scrittore, filosofo, svizzero Jean-Jacques Rousseau.

Nel simbolismo cristiano la Pervinca era il “fiore della Madonna”, per la corolla colorata come il mantello tradizionale indossato da Maria. Per la forma a stella a 5 punte delineata al centro dal fiore, era anche detta “Stella di Maria”, o “Stella del mare” per la posizione asimmetrica di ogni petalo, in lieve ripiegamento in senso antiorario, a effetto girandola.

Anticamente le foglie fresche di Vinca, ricche di tannini astringenti e alcaloidi, erano impiegate ad uso interno ed esterno, sotto forma di impiastro, per alleviare i disturbi nervosi e bloccare le emorragie.
Le foglie venivano triturate e mescolate al lardo per lenire le infiammazioni cutanee e le emorroidi, mentre con una soluzione preparata con l’estratto di fiori venivano trattate le irritazioni oculari e le infezioni. 

Gli antichi la prescrivevano per curare diarree, mal di denti, morsi di serpenti, dolori all’apparato genitale femminile, emorragie al naso. In proposito, c’era l’usanza di fare delle ghirlande di fiori che si mettevano al collo di chi aveva problemi di sangue da naso in quanto si diceva che bloccasse il sanguinamento. L’infuso di foglie veniva usato per risolvere gli ingorghi alle mammelle, la tintura contro la tubercolosi polmonare e il vino di Pervinca contro gli intestini pigri. Sembra perfino che, probabilmente per la sua discreta percentuale di sostanze tanniche, la si usasse per correggere i vini guasti. 

La Vinca ha proprietà diuretiche, astringenti, digestive, ipotensive. 
Per uso esterno ha proprietà antinfiammatorie. 
Migliora la circolazione vascolare e capillare. 

La vincristina, un alcaloide contenuto in essa, la rende tossica e dà effetti allucinogeni, ma ultimamente sono state scoperte anche proprietà antitumorali. Alla fine degli anni 50, sono state isolate con tecniche di estrazione innovative testate e commercializzate numerose decine di sostanze biochimiche, risultate efficaci come medicinali, in associazione ad altri, per trattare casi di leucemia infantile linfocitaria, del morbo di Hodgkin e nei linfomi con eventuali effetti collaterali quasi del tutto a carico del sistema nervoso e in minima parte, del midollo osseo, dell’apparato digerente e del tessuto cutaneo. 

La vincamina invece, contenuta nelle foglie, trova applicazione terapica nelle affezioni vascolari che limitano l’afflusso di sangue al cervello e che sono caratteristiche dell’età avanzata. La tisana di Vinca è confortevole per gli ipertesi, il sapore amaro aggiunge valide proprietà stomachiche e digestive. 
La richiesta della pervinca in Italia è molto elevata perché la pianta è utilizzata dall’industria farmaceutica per estrarre la vincamina mentre il suo utilizzo come medicamento è da noi molto scarso.

Nella natura regna un’armonia perfetta. Le piante non tradiscono, non odiano, emanano solo felicità e amore per questo stando loro vicino si avverte una corrente positiva e rigenerante tanto importante per la nostra salute. Vibrazioni di fiori e piante risintonizzate con le vibrazioni emesse dai corpi sottili dell’uomo, sono formidabili strumenti di cura e di equilibrio che la Madre terra ha messo a nostra disposizione. La Madre terra ci offre doni preziosi che fanno parte di Lei, sono il suo spirito. Prendiamocene cure ricordando che sono creature sacre, rispettandole, cogliendole con parsimonia, ricambiamo il loro aiuto con amore e rispetto. 


Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi.


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