martedì 24 novembre 2015

Arbutus unedo ( corbezzolo)

Posted by Mara

L’ Arbutus unedo è un albero originario della zona mediterranea occidentale dove cresce spontaneamente, appartiene alla famiglia delle Ericaceae, la stessa famiglia dell’erica e dei mirtilli.


È una pianta che varia nelle dimensioni, va da piccolo arbusto ad albero alto fino a 10 metri. 

L’Arbutus unendo presenta un bel fogliame sempreverde e la corteccia rossastra che si sfalda in sottili placche allungate che costituiscono un elemento ornamentale in tutte le stagioni, in più si presenta particolarmente colorato, grazie alla sua capacità di contenere foglie, fiori e frutti contemporaneamente.


Le foglie, sparse sui rametti, sono ovali-oblunghe e acuminate in entrambe le estremità, il margine è seghettato, la consistenza coriacea con nervature prominenti nella parte inferiore.

I fiori, appaiono in autunno-inverno e fruttificano l'autunno seguente. Sono molto piccoli e uniti tra loro in brevi grappoli penduli. 

Ogni fiore è formato da un piccolissimo calice e da una corolla bianca o rossa rigonfia come un otre, terminata alla fauce da cinque piccoli denti volti verso l’esterno.

Le infiorescenze sono bisessuate, cioè al loro interno presentano sia gli organi maschili che quelli femminili.  I profumatissimi fiori in autunno attirano api e farfalle; le farfalle amano deporre le uova sulle foglie mentre sono parecchi gli uccelli che durante il periodo autunnale si nutrono dei frutti dell’Arbutus.


Il frutto dell’Arbutus unendo è una bacca carnosa più o meno tondeggiante con la superficie tubercolata, raggiunge dimensioni simili a quelle di una ciliegia. 

Si presentano rossi esternamente, mentre internamente hanno una polpa scura, soda dolce. 

La colorazione di queste bacche è prima verde, poi gialla e infine arancione, rossa. 

I frutti che si formano l’anno precedente, maturano durante lo sviluppo dei fiori dell’anno successivo regalando diversi effetti cromatici. I frutti (corbezzoli) sono maturi quando si staccano spontaneamente dalla pianta e cadono a terra.


Il suo nome "Arbutus unedo" sembra provenire quasi certamente dal celtico. Infatti "ar" in celtico vuol dire "acerbo, astringente" mentre "unedo" è il nome che veniva usato nell’antichità e che sembra derivare dal latino "unu tantum edo" "ne mangio uno soltanto" per precisare di non esagerare con i suoi frutti che in quantità eccessiva davano senso di nausea e stitichezza, mentre l’origine della parola corbezzolo è incerta; alcuni studiosi la fanno risalire alla parola germanica” kirsch – bùschel” che significa “grappolo di ciliege”.

Greci e romani pensavano che la pianta di Arbutus unendo fosse nociva in quanto, se mangiate, le sue bacche provocavano mal di testa e di stomaco all'individuo. 

In passato era chiamato ciliegio marino, e considerato pianta magica, proprio perché un consumo copioso porta ad uno stato di vertigine simile all’ebbrezza. 

Gli studiosi delle credenze magiche e degli antichi culti riferiscono di una festa religiosa legata al consumo delle bacche di Arbutus unendo (corbezzoli), che si teneva il 23 di ottobre, giorno di san Simeone e Giuda. Questa festa del corbezzolo era secoli fa una di quei riti che collegavano la magia e la religione con il divertimento, una celebrazione gioiosa attorno al frutto che aveva un potere inebriante simile ai grappoli d’uva. 

I partecipanti si davano appuntamento tra i sentieri dei boschi, raccoglievano i corbezzoli e poi si intrattenevano fino a tarda sera a festeggiare allegramente.

Invece durante il solstizio d’estate, il 23 giugno, l’Arbutus unedo era una delle piante di san Giovanni, in grado di proteggere i bambini dalle streghe. Virgilio, nell’Eneide, racconta che i parenti dei defunti usavano porre dei rami di Arbutus unendo sulle tombe come simbolo ed auspicio di immortalità.

Durante il risorgimento L’Arbutus unendo venne chiamato anche pianta di Garibaldi per i suoi colori, il verde delle foglie, il bianco dei fiori e il rosso dei frutti che in autunno compaiono contemporaneamente e ricordano la bandiera italiana.

Per le sue speciali caratteristiche Giovanni Pascoli gli dedicò un’ode.

In Inghilterra L ’Arbutus è nominato strawberry tree perché ricorda un albero carico di fragole. Lo stemma della città di Madrid è un orso che si nutre da una pianta di Arbutus.


L’Arbutus unendo è ricco di proprietà terapeutiche: è astringente ed antidiarroico, antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio e delle vie urinarie, antispasmodico dell’apparato digerente, diuretico, antisettico. 

Queste proprietà sono racchiuse nelle foglie ricche di tannini. I frutti invece sono molto ricchi di zuccheri e vitamina C ma vanno mangiati in piccola quantità perché possono dare disturbi e soprattutto evitati in caso di diabete. Le foglie si raccolgono in maggio-agosto staccandole a una a una insieme al picciolo. 

Non vanno raccolte quelle dell’anno precedente che sono più indietro nei rami e hanno un colore più scuro e il margine spesso brunito. Le foglie da raccogliere sono quelle verde intenso. 

Si essiccano poi all’ombra in strati sottili muovendole spesso, si conservano poi in sacchetti di carta. 

L’infuso di Arbutus può portare notevoli benefici in caso di cistiti e infiammazioni alla vescica. 

In Marocco le foglie vengono tradizionalmente usate per preparare una tisana che, grazie ai suoi benefici sul sistema circolatorio, cala la pressione sanguigna.

Il decotto della radice può essere usato nell’arteriosclerosi, mentre il decotto delle foglie come tonico astringente sulla pelle. 

Il miele di corbezzolo(Arbutus) ha proprietà antisettiche, astringenti, anti asmatiche, viene indicato per alleviare il mal di gola. È un miele dal colore scuro con sapore amaro e a volte pungente; è molto ricercato perché è l’ultima produzione delle api prima del periodo invernale.



I frutti vengono raccolti maturi fra novembre e dicembre.

Si conservano male, sono morbidi e delicati perciò fermentano facilmente. 

Meglio impiegarli in cucina per preparare inconsuete marmellate distillati, vini, sciroppi, succhi, salse, o un gustoso aceto da utilizzare per condire insalate oppure per fare un insolito regalo.

Per fare l’aceto bastano una manciata di frutti poco maturi e 6 foglie di alloro.

Mettere entrambi in una bottiglia con un litro di aceto e lasciar riposare in un luogo fresco, asciutto e al buio per tre settimane circa. I frutti matureranno prendendo il colore rosso dentro la bottiglia. I liquori si preparano invece facendo macerare i frutti maturi nell’alcool puro. 

Nel sud del Portogallo si produce una bevanda alcolica chiamata Aguardente de Medronho.

L’intera pianta è usata anche in altri modi, ad esempi dalla corteccia si estraggono tannini che vengono utilizzati per produrre coloranti o per la concia delle pelli.

Il legno spesso viene usato per le sue proprietà aromatiche per la cottura di carne e pesce o per affumicare (assieme ad altri legni) le forme di formaggio. 

I vecchi contadini con la radice di Arbutus, usata insieme ad altri legni, si auto costruivano le pipe. Trova impiego anche nei rimboschimenti, poiché è una pianta con una grande resistenza al fuoco, dopo il suo passaggio riesce ad emettere velocemente dei polloni vitali che favoriscono la sua crescita. 


  
Colore, sapore, gioia d’autunno
Piccoli fiori bianchi,
Allegra cascata ricca di sfumature.
Metamorfosi
I fiori nuovi sorridono ai frutti
Appariscenti bacche scarlatte che brillano
Incastonate nella verde chioma.
E dal profondo del cuore
Evocano ricordi lontani…
Il tricolore…
Il profumo dell’amore.
                                       By Mara
      
 Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi.

lunedì 16 novembre 2015

Ricicliamo!!



Posted by Cinzia

Trasformazione! Ecco la parola giusta da usare!
A volte ci ritroviamo in casa degli oggetti che non rispondono più al proprio gusto, magari perchè nel tempo si cambia, oppure perchè ci è venuto a noia, oppure ancora sono oggetti che appartengono al passato, per cui di persone che magari ci sono state care, e se si tratta di cose che non hanno più una loro funzionalità non buttiamole via!
Proviamo invece a riutilizzarle in qualche altro modo.
Io avevo a disposizione un vecchio lampadario, che ho usato come base per una composizione “floreale” decisamente autunnale, delle vecchie pentole in alluminio abbastanza capienti, e un secchio di zinco, che ho usato come portavasi per le piante da tenere in casa in questa stagione.
State a vedere il risultato! Senza nessuna spesa e con pochissima perdita di tempo!




Per le pentole è servita soltanto una ripulita con acqua e spugnetta abrasiva dove necessario, dal lampadario ho tolto il portalampada e ho tenuto il paralume in vetro, all’interno del quale ho inserito un fascio di rami secchi abbastanza lunghi e dritti, li ho legati con un nastro bianco che mi è servito anche per fermare i fiori (nel mio caso ortensie, ma ognuno può usare quello che ha a disposizione) e poi si possono aggiungere delle foglie secche, delle bacche ecc. spazio quindi alla fantasia!




Sistemato in un angolo della casa devo dire che fa la sua bella figura!