giovedì 25 giugno 2015

Lonicera Caprifolium ( Caprifoglio)

Posted by Mara

Il genere Lonicera racchiude circa duecento specie di arbusti, a foglia caduca o sempreverde, diffusi in natura in Europa, in Asia e in nord America; si tratta di piante molto diverse a seconda della specie; Si tratta di rampicanti rigogliosi, con fusti leggeri che si attaccano a qualsiasi sostegno trovino, oppure si sviluppano strisciati; la caratteristica principale di questi rampicanti è sicuramente la lunga fioritura profumata, che dura per tutta l'estate.


Il Caprifoglio Comune è un arbusto legnoso di medie dimensioni dai profumati fiori colorati di bianco e rosso appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, tende ad avviticchiarsi dove può, molto spesso a scapito delle piante che gli stanno accanto, cui ruba aria e luce soffocandole.

Ha fusti leggeri, la corteccia dei rami è liscia e di colore brunastro, le foglie sono di colore verde nella pagina superiore e glauche in quella inferiore, quelle del fusto sono opposte, semi coriacee, a volte con il bordo marroncino, nel punto in cui le superiori abbracciano i fusti si sviluppano i fiori, a fasci. I fiori di colore bianco con sfumature rosse all'esterno sono riuniti in cime limitate sull'ultimo paio di foglie, profumatissimi. 

La corolla ha forma tubolare, lunga 3-4 cm, divisa alla fauce in due labbra di cui il superiore è diviso in quattro lobi, mentre l’inferiore è indiviso.I fiori attraggono soprattutto farfalle notturne e diurne, che con la loro lunga proboscide, riescono a raccogliere il nettare contenuto, nel lungo tubo corollino. Il frutto è una bacca di colore arancio, velenosa. 

Fiorisce da maggio a luglio, da 0 a 1200 metri,predilige i terreni calcarei e ombrosi del sottobosco, le macchie, i vigneti, le boscaglie e i margini dei boschi caducifogli.Presente in tutta Italia ad esclusione di Valle d'Aosta, Sicilia e Sardegna.

Le piante di questa specie hanno una lunga esistenza, ma dopo pochi anni di vita si essiccano quasi completamente, a questo punto dalla ceppaia crescono nuovi polloni, che dopo un certo numero di anni muoiono, ripetendo da capo il ciclo appena descritto.


Il nome Lonicerafu inventato nel 1753 da CarolusLinnaeus, adattando al latino il cognome Lonitzer, in onore del botanico austriaco Adam Lonitzer (1528 - 1586), mentre il nome specifico (caprifolium)deriva dal latino “capra”, capra e “folium” cioè foglia, probabilmente dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta. 

Il nome comune di “Abbracciabosco” deriva dal portamento rampicante, che spesso avvolge le piante vicine, danneggiandole.Il Caprifoglio nell'antichità era conosciuto con il nome di madreselva. I greci chiamavano queste piante "peryclimenon" che significa “accerchiamento”. 


Il caprifoglio era già usato come pianta medicinale dagli egizi, greci e romani.Plinio e Dioscoride ne consigliavano il tè (il decotto)delle sue foglie, con o senza fiori. Gliattuali manuali di fitoterapia la definiscono “bevanda di conforto”, consigliata in alternativa al tè! 

Le foglie si raccolgono da maggio a luglio, in giornate asciutte, facendo scorrere le mani lungo i fusti. I fiori si raccolgono prima della fioritura, maggio-giugno, recidendoli di sera con tutto il picciolo. Foglie e fiori si essiccano all’ombra. 

Le bacche del caprifoglio sono tradizionalmente considerate velenose, ma la documentazione è molto limitata, e la loro ingestione è, il più delle volte, asintomatica. Le bacche hanno inoltre sapore amaro, che ne evita il consumo da parte dei bambini.


Il Caprifoglio è un’erba leggermente dolciastra, ad azione rinfrescante, antibatterica, diuretica, antipiretica, antinfiammatoria, ipotensiva, antispastica e sudorifera; contiene:acido salicilico, glucosidi, tannini e oli essenziali.I fiori del Caprifoglio hanno un’azione specifica sui disturbi che interessano l’apparato respiratorio.

Per uso interno è efficace in caso di artrite reumatoide, orecchioni, infezioni delle prime vie respiratorie, febbre, congiuntivite, infiammazioni della gola e infezioni del tratto urinario. Per uso esterno è efficace nelle stomatiti, nelle dermatosi e sulle ferite. 

L'olio di Caprifoglio è ampiamente utilizzato in aromaterapia. Maschere e lozioni preparate con infuso di fiori e foglie hanno una buona azione tonico-astringente sulla pelle, specialmente se grassa. La corteccia essiccata e ridotta in polvere, può essere usata come incenso.


Il Caprifoglio rappresentava la rinascita e la sopravvivenza della vita attraverso il lungo inverno (che rappresenta la morte) e veniva usato per decorare l'altare dell'Equinozio di Primavera proprio per il suo significato di rinnovamento. Veniva usato anche nel periodo opposto e cioè in autunno. 

Il Caprifoglio era la pianta di Eros, e i suoi bellissimi fiori avevano proprietà portafortuna durante le cerimonie matrimoniali. Questo particolare si è conservato nel nome del ‘linguaggio dei fiorì, in quanto viene definita ‘legame d’amore’, ed i suoi fiori profumatissimi (color avorio o rosso porpora) ne sono il simbolo. Anticamente i fiori, posti nella stanza di una fanciulla, favorivano i sogni d'amore mentre tenuti in casa delle fanciulle nubili ne facilitavano ilmatrimonio. 

Se si raccoglie un ramo di Caprifoglio, si dona alla propria famiglia pace e serenità. Tutte le storie legate al Caprifoglio, in qualche modo sono riconducibili all’amore, ed in particolare all’amore di una donna che si “attacca” e rimane avvinghiata all’uomo immagine del suo amore. 

In Inghilterra, regalare un ramo di Caprifoglio è ancora significato di promessa di fedeltà. Per i popoli di origine celtica i fiori di Caprifoglio avevano la capacità di realizzare degli incantesimi d’amore, essendo in grado di combattere il “veleno” prodotto dalla nostalgia d’amore. Perla medicina tradizionale cinesequesta pianta era in grado di rafforzare la libido e la potenza sessuale".

Innamorarsi ogni giorno
Di un profumo, di una pianta, di un fiore
Colpo di fulmine misterioso,
Canto alla bellezza della Natura
Richiamo travolgente, misterioso, affascinante.
Occhio del cuore che si apre, si espande
Alla ricerca della sua terra, del suo seme
Di ogni sua emozione.
Inebrianti coccole di vita. 


Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi.


domenica 21 giugno 2015

Coprivaso da interni

Posted by Cinzia

Ancora riciclo!

C’è bisogno di un nuovo coprivaso che le piante diventano grandi, oppure abbiamo voglia di fare una composizione nuova, o ancora desideriamo solo creare un angolo di colore magari con delle piante verdi, facciamocelo!!
Con le scatole della pizza ci costruiamo un bel coprivaso colorato da mettere dentro casa, leggero e resistente ma assolutamente non da esterno, essendo fatto di cartone.

Si tratta di un coprivaso senza il fondo dalla forma abbastanza grande per poter contenere uno o due vasi con anche il loro piattino utile per non bagnare il pavimento, io c’ho sistemato le sanseverie che hanno bisogno di pochissima acqua, e poi le orchidee con il sottovaso e un’altra pianta verde abbastanza comune tra quelle da appartamento.


Procediamo: prendiamo due scatole della pizza usate ma pulite, tagliamo via i bordi pieghevoli lasciandoli solo da un lato perchè ci servono per chiudere la scatola, quindi uniamo le due parti mettendo il bordino piegato all’interno e fissandolo con del nastro adesivo trasparente, se abbiamo una pinzatrice meglio!



Ora siamo pronti per decorare usando la tecnica del decoupage stando attenti a sistemare bene la nostra creazione per evitare che si muova durante l’applicazione delle veline. 


Abbiamo già parlato di questa tecnica decorativa nel post “il giardino in casa” per cui mi basta ripetere che consiste nell’applicare delle carte da decoupage oppure delle semplici salviette di carta colorate (solo un velo) mediante un pennello piatto intriso di colla vinilica diluita in rapporto di 1 a 3 con acqua, tecnica quindi molto semplice  da usare ma di grande effetto.


Rifiniamo i bordi con del nastro adesivo, che ci serve anche per tenere più unite le due scatole, io ho usato del metal tape,(lo troviamo nei negozi di ferramenta), ma va bene anche un washi tape colorato (in cartoleria).



Infine per dare più brillantezza e resistenza alle decorazioni applichiamo con un pennello piatto una mano di resina acrilica all’acqua per decoupage e la nostra opera è pronta all’uso lasciandole la sua forma quadrata oppure schiacciando gli angoli, come ho fatto io e facendole prendere una forma romboidale.



giovedì 18 giugno 2015

Lavanda ( Lavandula officinalis)

Posted by Mara

Il genere Lavandula appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e comprende una trentina di specie originarie dei Paesi del Mediterraneo. Impossibile non riconoscere la Lavanda nelle sue varietà più diffuse: Sono piante perenni, sempreverdi, di piccole dimensioni raggiungendo infatti al massimo un'altezza di un metro. Si presentano sotto forma di cespugli con fusti ruvidi e legnosi e rametti eretti ricchi di foglie lineari, lanceolate, strette, dal colore verde-grigio e dall’aspetto vellutato. Le infiorescenze, portate da lunghi steli, sono delle spighe. Ciascuna spiga contiene un numero variabile di fiori molto profumati e con aroma variabile a seconda della specie. Le spighe compaiono a fine maggio o giugno. Il colore dei piccoli fiori ispira subito leggerezza e soavità. I petali, vellutati e violacei, sono in verità 5 lobi distribuiti sulle due labbra che formano la corolla al di sopra del calice. La fioritura è abbondante e persistente fino a settembre inoltrato, ma nel periodo di luglio e agosto l’aroma e maggiormente intenso e duraturo.


La lavanda è una pianta molto rustica, che ben si adatta alle diverse situazioni climatiche, cresce spontanea nell'Italia meridionale e la ritroviamo nei terreni aridi, sassosi e assolati a formare dei bellissimi cespugli. È anche molto coltivata, i campi di Lavanda offrono uno dei più suggestivi spettacoli che la natura può offrire. 


 Il nome generico Lavanda con il quale siamo abituati a chiamare queste piante, deriva dal verbo latino “lavare”, I romani infatti, la usavano per profumare e disinfettare le acque delle terme. Era pianta sacra alla dea Vesta, protettrice del focolare domestico e della famiglia, perciò le sacerdotesse intrecciavano con i suoi fiori una corona da portare sul capo durante i riti. Per i Greci la Lavanda era sacra alla dea Ecate, protettrice delle maghe e degli indovini: nella notte del solstizio d’estate (21 giugno) le streghe che praticavano la magia bianca ne offrivano mazzetti di buon augurio per le compagne. Mentre i popolani ne mettevano mazzetti o piante sugli usci e sulle finestre, affinché tra i rami contorti venissero imprigionatele maledizioni altrui e per proteggere dalla magia nera. In magia la lavanda veniva usata per le sue proprietà purificanti e per la capacità di aprire le porte della percezione. Si riteneva che fosse così potente che se osservata molto a lungo nei momenti di depressione, facesse tornare il buon umore e la serenità, che il suo odore allungasse la vita. Indossata dalle donne stimolava l’amore passionale da parte degli uomini. Un mazzetto di lavanda sotto il cuscino aiutava a fare sogni profetici circa i propri desideri. Simbolo della purezza, virtù e serenità si riteneva capace di attrarre verso il corpo energie positive. Anche i Fenici e gli Egiziani utilizzavano la Lavanda per le abluzioni e lavaggi nei rituali funebri.Durante il Medioevo con la Lavanda si preparava un medicinale chiamato Sticadore utilizzato per curare crampi intestinali, nausea, vomito e singhiozzo. Durante il periodo Elisabettiano ha inizio la larga diffusione della lavanda nel campo della profumeria con il noto profumo inglese chiamato “The Lavender”. Le dame, in quel periodo, cucivano all’interno delle loro gonne dei sacchetti contenenti fiori di lavanda ed è forse proprio da questa usanza che ancora oggi si usano i sacchetti di lavanda per profumare la biancheria e tenere lontane le tarme. Dal medioevo al Rinascimento la lavanda era usata per scongiurare le infezioni da peste, colera, epidemie varie.


La lavanda, nel linguaggio dei fiori, ha due significati diversi e in contrapposizione tra loro. Il primo indica “il tuo ricordo è la mia unica felicità”. La spiga della lavanda, infatti, è considerata un amuleto contro le disgrazie e un talismano della fecondità. Altro significato, molto diffuso, riprende una tradizione che rivela come la Lavanda fosse usata in antichità contro i morsi di serpente. Era, dunque, considerata un rimedio ma la credenza antica sosteneva che i serpenti facessero i loro nidi proprio all’interno dei cespugli di lavanda e quindi che bisognasse sempre avvicinarsi con prudenza. In oltre tra i suoi fiori spesso ronzano e sostano le api, da qui, il significato di “diffidenza”.


Tutti questi riti trovano fondamento nelle proprietà della Lavanda: aromatiche, antisettiche, balsamiche, sedative, antispasmodiche, antinfiammatorie, antiossidanti, ora confermate dalla farmacologia che ha individuato le sostanze chimiche e i principi che ne determinano le proprietà medicinali contenute nell’olio essenziale. L’olio essenziale di Lavanda non ha effetti tossici, l’unica controindicazione sta che nell’uso di dosi elevate possa provocare agitazione. Éutilizzato per il trattamento delle infezioni cutanee, per curare acne e forfora oltre che come lenitivo su arrossamenti e punture di insetti, per massaggi contro il mal di testa e per la decontrattura dei muscoli. Favorisce la ricostruzione dei tessuti lesi e sollecita le difese organiche. Utile anche nei collutori per le infiammazioni delle mucose orali. Favorisce il relax ma agisce come antidepressivo, consigliato per curare stati d’ansia, insonnia, agitazione,ipertensione, nervosismo, ma anche per combattere allergie o le comuni malattie da raffreddamento. Alcuni studi hanno dimostratoche, l’essenza di Lavanda diffusa in un ambiente di lavoro, serve a stimolare la produttività. Proprio recentemente uno studio del King's College di Londra ha avvalorato che se nebulizzata negli ambulatori dentistici serve a calmare notevolmente l'ansia dei pazienti. In molte cliniche per malattie nervose le nebulizzazioni di lavanda curano persone afflitte da stati ansiosi e depressivi, esercitando un'azione equilibratrice. Viene impiegata persino negli asili, adatta ai bambini: aiuta la concentrazione, purifica l'aria e stimola la capacità di resistere agli attacchi dei microbi.


I fiori di lavanda si raccolgono in periodi diversi a seconda del loro utilizzo: per uso erboristico si raccolgono all'inizio della fioritura mentre per l'industria cosmetica e per la profumeria nel periodo di massima fioritura. Il momento migliore rimane comunque sul finire della fioritura, infatti in questo momento la quantità di olio essenziale contenuta è maggiore, un buon 20% in più, inoltre i fiori sono già stati impollinati dagli insetti.Le infiorescenze si raccolgono recidendole alla base e si fanno seccare in mazzi appesi a testa in giù, in luoghi ventilati ed ombrosi in quanto il sole scolorirebbe i fiori. Quando sono secchi si separa la spiga dal gambo e si conservano i fiori o in sacchetti di tela o in ciotole per profumare la casa.I fiori della lavanda mantengono a lungo il loro profumo tanto che vengono normalmente conservati in sacchetti di mussola o tela per profumare la biancheria. I fiori freschi vengono invece utilizzati per estrarre gli oli essenziali.


Grazie alle virtù purificatrici la Lavanda, risulta perfetta nelle preparazioni di incensi o miscele simili. Per avere un effetto purificante, raccogliere gli steli e farne dei mazzetti da bruciare. Si raccolgono e si legano con un filo, si otterrà una specie di torcia. Una volta accesa a fiamma viva, andrà spenta dopo poco. Farà un fumo denso, azzurrastro, aromatico, indicato per gli ampi spazi o all’aperto. 
Un fiore dalle mille proprietà medicinali ed estetiche che però può essere usato anche in cucina, nella preparazione di dessert (albicocche e pesche profumate dai fiori possono essere cotte in padella o farne marmellate), per profumare in modo delicato il miele e dolcificare poi i dolci al cucchiaio ed il gelato, e anche spolverizzata sulla carne alla griglia.
I fiori della lavanda attirano molto le api che producono un ottimo miele aromatico, raro, pregiato e molto richiesto.


Per chi volesse cimentarsi in un semplice oleolito efficace contro le punture delle zanzare questo è il procedimento: si riempie un vaso con i fiori di Lavanda freschi, poi si riempie il vaso di olio extra di oliva o di semi (meno forte nell’odore). Quindi si lascia macerare il tutto al buio una o più settimane, aprendo il vaso si dovrebbe sentire il profumo di lavanda. Quindi filtrare strizzando bene il residuo della macerazione. Mettere in una boccetta scura e usarne qualche goccia sulle punture delle zanzare, prurito e rossore passeranno subito. Lo stesso olio può essere usato anche per massaggi. 


C’è una potenza magica e meravigliosa in alcuni fiori;
È il loro profumo.
 Profumo d’estate, di pulito, di libertà.
Odore inebriante, sensuale.
 Mi rapisce, mi porta con se.
Sensazioni diverse mi avvolgono, svegliano i sensi.
Rinascita.
Serenità.
Tranquillità del corpo e dello spirito.
 Primordiali immagini affiorano alla mente…
 Danza antica tra i fiori,
Un corpo avvolto dal loro profumo,
dal loro colore.
Emozione aromatica che diventa parte dalle mia pelle.
 La natura dentro di me si risveglia
Portandomi in contatto con le parti più profonde di me.  

Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi. 

domenica 14 giugno 2015

W il riciclo...vasi e coprivasi!

Posted by Cinzia

Ricicliamo!

Bottiglie di plastica di detersivo, vecchi secchi di alluminio e tanto altro…

Perchè buttare? gli usi che se possono fare sono molteplici...

Possono essere usati anche in giardino o sul nostro balcone!


Prepariamo un vasetto per inserirci delle piante che stiano bene all’aperto e che possiamo appendere, ed iniziamo per esempio con un oggetto di uso comune; una bottiglia di candeggina usata, bei risciacquata e pulita da etichette.


Tagliamo via con una forbice la parte del collo lasciando soltanto il dietro della bottiglia in modo da creare un alloggiamento per il terriccio della  nostra piantina.


I bordi potrebbero essere taglienti ed allora per renderli fruibili ed anche belli a vedersi, rifiniamoli con del washi tape del colore che ci piace e usiamo la parte alta per attaccarlo ad un tronco con uno o due chiodini.


Riempiamo con la terra adatta e inseriamo le piante.
Per questo esempio, io ho scelto un mix di piante grasse e sassolini, nonché una casetta di lumaca ormai vuota.

Ho poi avvicinato alla composizione un’altra pianta alla quale tengo particolarmente, per la quale ho usato come coprivaso un secchio di alluminio ritrovato tra le cose da buttare, e che una volta  ripulito ha ripreso nuova vita.



Ed ecco! un magico angolo nuovo nel mio giardino, riciclato bello da vedere e soddisfacente perchè fatto da ME!

venerdì 12 giugno 2015

Hydrangea la pianta che ama l’acqua!

Posted by Arianna

Ortensia (hydrangea macrophylla)

Una pianta antica e anche un po’ dimenticata è l’ortensia, era ospite di quasi tutti i giardini almeno fino agli anni  ’70 poi è stata un po’ accantonata a favore di giardini più “moderni”.


Per fortuna, sembra che ci sia una riscoperta di questa bellissima e semplice pianta, tanto che aziende e vivai specializzati hanno iniziato a tenerne varie specie,  favorendo così non solo la conoscenza ai più, della solita hidrangea macrophylla ma di tante altre specie anche rampicanti.


E' con l'affascinante storia del loro nome che comincia la storia delle ortensie: fu il francese "cacciatore di piante" Philibert de Commerson che nel 1771 così battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico, che lo aveva accompagnato in una spedizione.

Ed è sempre il loro nome, anche se stavolta quello botanico, Hydrangea, che da una gentile principessa ci conduce ad una terrificante figura mitologia: è Hydra, con capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula contenente i semi di questa pianta. 

L'opinione più ampiamente condivisa è tuttavia quella circa la derivazione del nome Hydrangea dalle due parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso), per la particolare forma delle capsule contenenti i semi, che assomigliano a delle piccole conche d'acqua. Pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili collocabili in era terziaria ed in periodi successivi (oligocene-miocene), venne introdotta nei paesi europei quasi contemporaneamente, intorno alla metà del 1700. In Inghilterra si parlò di ortensia nel 1736, si trattava di una arborescens proveniente dalla Pennsylvania.

In America, cito alla lettera il testo di Corinne Mallet "Hydrangeas species and cultivars"; il nome Hudrangea comparve per la prima volta nel testo del naturalista Gronovius (Flora Virginica - 1739). 

Nei giardini giapponesi invece, la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole durante il diciassettesimo secolo, ma dato chele sue frontiere furono chiuse dal 1639 al 1856, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile. Grazie comunque alle incursioni di alcuni "cacciatori di piante" europei (tra cui vanno ricordati il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di Linneo e il dottor Phihpl Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati ed ebbero preso una descrizione botanica, anche se furono inizialmente classificati all'interno del genereViburnum. 

Da un punto di vista geografico troviamo le Hydrangea distribuite dal nord-est al sud-ovest americano e nel sud-est asiatico.

Alcuni autori (Dr. Me Clintock) dividono il genere in due sezioni. La prima è chiamata Hydrangea e comprende undici specie decidue tutte riprodotte, la seconda Comidia, ed è composta di dodici sempreverdi rampicanti autosupportanti. Questi ultimi sono molto meno conosciuti, ad eccezione di H.Seemani ed H.serratifolia.

(cit. giardinaggio.it )


Avere e curare una ortensia è piuttosto facile.
Ha delle esigenze ovviamente, ma non così difficili.
E’ una pianta che dà soddisfazione perché non ha bisogno di costanti cure e di solito non si ammala, fiorisce a tarda primavera con dei fiori grandi e belli da poter mettere anche in vaso.
Insomma poca fatica e tanto splendore.

L’ Hydrangea macrophylla, come già detto è la più comune ortensia anche la più facile da coltivare, si presenta con foglie larghe e di un bel verde e con infiorescenze grosse e rotonde, il cui colore varia dal rosa all’azzurro, ci sono anche delle varietà bianche, al momento dell’acquisto informatevi sul colore dei fiori della pianta che andrete a comperare e decidete in quel momento quale colore dei fiori vi aggraderà di più.

E’ una pianta caducifoglia, quindi d’inverno sarà spoglia, mentre in primavera inizierà molto presto a buttare dei bocci  di fogliame verde chiaro, i fiori verranno molto dopo.

Necessità di un terreno leggermente acido, quindi prendete del terriccio per rododendri, azalee e appunto ortensie per metterla a dimora, e come diceva mia mamma per questa pianta come per le calle, è una pianta che ama avere i piedi all’umido e la testa al sole, quindi andrebbe bene un posto dove i fiori e le foglie possano godere di luce solare, ma la base sia riparata.

 Potatura: tagliate in estate, prima di agosto, per dare forma ai cespugli. A fine estate o inizio autunno, la pianta emetterà le gemme che fioriranno la stagione successiva.

E’ invece consentito tagliare i rami o i fiori secchi in ogni momento.
I fiori di ortensia durano molto e li si può anche far seccare, ma ci sono anche delle varietà rifiorenti , la Endless Summer  per esemoio che vanno potate durante il riposo vegetativo, cioè in inverno.

Ci sono anche delle ortensie rampicanti (Hydrangea seemannii) i suoi fiori sono più piccoli e poco colorati ma riempiono muretti e gazebi in maniera uniforme e graziosa, sempre ricordando che d’inverno perdono le foglie.


RAINER MARIA RILKE 
Ortensia blu

Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.

Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il grigio;

scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.

Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.