Schede Botaniche!

Hydrangea la pianta che ama l’acqua!

Posted by Arianna

Una pianta antica e anche un po’ dimenticata è l’ortensia, era ospite di quasi tutti i giardini almeno fino agli anni  ’70 poi è stata un po’ accantonata a favore di giardini più “moderni”.

Per fortuna, sembra che ci sia una riscoperta di questa bellissima e semplice pianta, tanto che aziende e vivai specializzati hanno iniziato a tenerne varie specie,  favorendo così non solo la conoscenza ai più, della solita hidrangea macrophylla ma di tante altre specie anche rampicanti.


E' con l'affascinante storia del loro nome che comincia la storia delle ortensie: fu il francese "cacciatore di piante" Philibert de Commerson che nel 1771 così battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico, che lo aveva accompagnato in una spedizione.

Ed è sempre il loro nome, anche se stavolta quello botanico, Hydrangea, che da una gentile principessa ci conduce ad una terrificante figura mitologia: è Hydra, con capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula contenente i semi di questa pianta.

L'opinione più ampiamente condivisa è tuttavia quella circa la derivazione del nome Hydrangea dalle due parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso), per la particolare forma delle capsule contenenti i semi, che assomigliano a delle piccole conche d'acqua.

Pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili collocabili in era terziaria ed in periodi successivi (oligocene-miocene), venne introdotta nei paesi europei quasi contemporaneamente, intorno alla metà del 1700. In Inghilterra si parlò di ortensia nel 1736, si trattava di una arborescens proveniente dalla Pennsylvania.
In America, cito alla lettera il testo di Corinne Mallet "Hydrangeas species and cultivars"; il nome Hudrangea comparve per la prima volta nel testo del naturalista Gronovius (Flora Virginica - 1739).

Nei giardini giapponesi invece, la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole durante il diciassettesimo secolo, ma dato chele sue frontiere furono chiuse dal 1639 al 1856, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile. Grazie comunque alle incursioni di alcuni "cacciatori di piante" europei (tra cui vanno ricordati il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di Linneo e il dottor Phihpl Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati ed ebbero preso una descrizione botanica, anche se furono inizialmente classificati all'interno del genereViburnum.

Da un punto di vista geografico troviamo le Hydrangea distribuite dal nord-est al sud-ovest americano e nel sud-est asiatico. Alcuni autori (Dr. Me Clintock) dividono il genere in due sezioni.

 La prima è chiamata Hydrangea e comprende undici specie decidue tutte riprodotte, la seconda Comidia, ed è composta di dodici sempreverdi rampicanti autosupportanti.

Questi ultimi sono molto meno conosciuti, ad eccezione di H.Seemani ed H.serratifolia.

(cit. giardinaggio.it )


Avere e curare una ortensia è piuttosto facile.
Ha delle esigenze ovviamente, ma non così difficili.
E’ una pianta che dà soddisfazione perché non ha bisogno di costanti cure e di solito non si ammala, fiorisce a tarda primavera con dei fiori grandi e belli da poter mettere anche in vaso.
Insomma poca fatica e tanto splendore.

L’ Hydrangea macrophylla, come già detto è la più comune ortensia anche la più facile da coltivare, si presenta con foglie larghe e di un bel verde e con infiorescenze grosse e rotonde, il cui colore varia dal rosa all’azzurro, ci sono anche delle varietà bianche, al momento dell’acquisto informatevi sul colore dei fiori e decidete in quel momento quale colore dei fiori via aggraderà di più.

E’ una pianta caducifoglia, quindi d’inverno sarà spoglia, mentre in primavera inizierà molto presto a buttare dei bocci  di fogliame verde chiaro, i fiori verranno molto dopo.

Necessità di un terreno leggermente acido, quindi prendete del terriccio per rododendri, azalee e appunto ortensie per metterla a dimora, e come diceva mia mamma per questa pianta come per le calle, è una pianta che ama avere i piedi all’umido e la testa al sole, quindi andrebbe bene un posto dove i fiori e le foglie possano godere di luce solare, ma la base sia riparata.
Potatura: tagliate in estate, prima di agosto, per dare forma ai cespugli. A fine estate o inizio autunno, la pianta emetterà le gemme che fioriranno la stagione successiva.

E’ invece consentito tagliare i rami o i fiori secchi in ogni momento.
I fiori di ortensia durano molto e li si può anche far seccare, ma ci sono anche delle varietà rifiorenti , la Endless Summer  per esemoio che vanno potate durante il riposo vegetativo, cioè in inverno.


Ci sono anche delle ortensie rampicanti (Hydrangea seemannii) i suoi fiori sono più piccoli e poco colorati ma riempiono muretti e gazebi in maniera uniforme e graziosa, sempre ricordando che d’inverno perdono le foglie.


RAINER MARIA RILKE
Ortensia blu

Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.

Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il grigio;

scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.

Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde. 



Foto by Cinzia

Poche parole per queste magnifiche ed esotiche piante:
Sono belle, generose tutto l'anno, sono di infiniti colori e spesso posizionate giuste fioriscono e ci lasciano sbalorditi per la loro bellezza e complessità...eppure sono così semplici! Sempreverdi hanno bisogno di poche o nessuna cura, poca acqua e non si ammalano mai.....coprono e arredano angoli e spazi in giardino o sul balcone...cosa volete di più?












Digitalis pupurea

Posted byArianna


Lungamente utilizzata nei secoli passati non solo come abbellimento da giardino, ma soprattutto come medicina per il cuore, la digitale è una pianta magnifica, alta, svettante ed orgogliosa è poco esigente sia per terreno che per esposizione….al sole sarà colorata e di effetto;  mentre all’ombra i colori saranno più tenui ma la crescita in altezza più abbondante.



Se seminate varie piante vicine di vari colori i contrasti cromatici saranno fantastici.
E’ una pianta erbacea perenne, se la seminate il primo anno non fiorirà ma l’anno dopo comincerà a dare spettacolo, la sua disseminazione dopo la fioritura è spontanea, così gli anni successivi vi troverete ibridi ed altri ibridi, ed i colori originali si sovraporranno in mille sfumature di colore diverso.
Qualche indicazione:
E’ una biennale  e perenne rustica, cioè ogni pianta ha un ciclo vitale di 2 anni però si autoriproduce quindi avrete ogni anno piante e fiori nuovi senza doverli riseminare,  è rustica perché non abbisogna di concimi o di fitofarmaci , non si ammala.
Può crescere dai 45 ai 150 cm. quindi se trova il posto favorevole diventa alta quasi come una persona.
Fiorisce da tarda primavera (maggio) a inizio autunno.
Come già accennato qualsiasi terreno le va bene, né troppo arido, né troppo umido, il pieno sole è l’ideale ma anche a mezz’ombra va bene, anzi come detto sopra mezz’ombra queste piante diventano più alte.
Fate attenzione a non piantarle vicino a piante commestibili o vicino a laghetti con i pesci rossi, perché i fiori cadendo possono avvelenare il terreno o l’acqua.

Bisognerebbe anche maneggiare le piante con guanti da giardino o lavarsi bene le mani se si toccano senza guanti.


In realtà questa pianta nell’antichità era usato come rimedio per le malattie cardiache:
L'uso di estratti della Digitalis purpurea per il trattamento dello scompenso cardiaco fu descritto per la prima volta da William Withering.
Le foglie di questa pianta contengono infatti alcuni glicosidi farmacologicamente attivi (digitossina e digossina) che hanno potenti effetti sul cuore: aumentano la forza di contrazione del muscolo cardiaco (effetto inotropo positivo) ed hanno proprietà antiaritmiche. Sono principalmente indicati nella terapia dell'insufficienza cardiaca; tuttavia le stesse sostanze, se assunte in dosi eccessive, possono causare seri problemi, quali aritmie e blocchi cardiaci, talora letali. È inserita nell'elenco delle piante officinali spontanee soggette alle disposizioni della legge 6 gennaio 1931 n. 99.

La digitale è un classico esempio di farmaco derivato da una pianta usata un tempo come rimedio dalla medicina popolare: in erboristica si è ormai abbandonato il suo uso a causa del suo basso indice terapeutico e della difficoltà nel determinare la dose attiva. Inizialmente, una volta accertata l'utilità della digitale nel regolarizzare il polso, la pianta venne impiegata per curare un gran numero di patologie, compresa l'epilessia e altri disturbi convulsivi. Ora per queste indicazioni l'uso della digitale è considerato inadeguato. (da wikipedia)


Associazione esoterica: associata al segno del Toro
Pianeta: venere
Elemento: acqua
Poteri: protezione
Piantata in giardino protegge la casa. Nel passato le donne gallesi usavano le foglie di digitale per preparare un inchiostro di colore nero con cui dipingevano delle croci sui sassi intorno a casa per tenere lontano le negatività.



Posted by Arianna


Rosa Banksiae Lutea

Vi piacciono le rose, ma vi danno fastidio le spine?


Ecco una rosa favolosa, la rosa banksiae lutea, è un sogno per tutti i giardinieri che hanno poco tempo e vorrebbero trovare bellezza e facilità di coltivazione con le rose.


E questa rosa lo è.

Facile da coltivare non ha bisogno né di potature (tranne per quelle di ringiovanimento o se si vuole per dare una forma alla pianta, ma comunque se si dispone di spazio, si può lasciarla libera di svilupparsi a suo piacimento) né di trattamenti antiparassitari.

È una sarmentosa priva di spine ed è capace di raggiungere in breve tempo anche i 15 metri di altezza. Ha un fogliame assai fitto e lanceolato ed è estremamente vigorosa e resistente.

Ha una crescita molto estesa e, nel metterla a dimora, serve avere uno spazio idoneo per indirizzare i suoi rami.

Unica alternativa sono le potature frequenti e pesanti, che vanno a limitarne, almeno in parte, il veloce sviluppo.


Abbiamo parlato di muro o angolo di giardino, per quanto riguarda la messa a dimora,  perchè la rosa banksiae ha bisogno di un sostegno molto solido, per avere una corretta crescita.




Durante l’inverno i lunghi rami rimangono spogli, quindi se questa rosa va pensata per tappezzare un vecchio muro o una superficie non troppo bella bisogna tenerne conto.

La rosa banksiae lutea inizia a fare foglioline già dall’inizio primavera e con le foglie compariranno subito i boccioli, riuniti in mazzetti fitti.

La fioritura  di solito, anche con tempo avverso avviene tra aprile e maggio ed i fiori sono molto graziosi per quanto assai piccoli sono così fitti ed abbondanti che ricoprono efficacemente qualsiasi superficie, pergola o  muro.

Spesso sono posti vicino a grandi alberi (anche a pini) su cui trovano modo di attaccarsi e di crescere bene.

Si tratta di rosai molto rustici e resistenti alle malattie che non necessitano di cure.
Meglio di così!


Hanno un’unica fioritura annua però come detto è una fioritura abbondante che soddisfa l’aspettativa di qualsiasi persona che “adotti” questa pianta, e soprattutto la fioritura dura a lungo, anche un mese sempre che non intervengano piogge abbondanti e tanto brutto tempo; come per tutte le piante ed i fiori la pioggia e la grandine sono loro nemiche!!!




Ed ora un po’ di storia di questa splendida pianta: le banksiae come moltre altre belle piante, come il glicine di cui ho parlato in un altro post per esempio arrivano dalla Cina, grande paese di infinite bellezze botaniche e non,  e sembra sia stata coltivata sin dal nostro Cinquecento; sono arrivate però in Europa solo tra il Settecento e l’Ottocento, epoca di grandi viaggi e di ricche importazioni.

Solitamente le piante che sono state importate abbiamo imparato a curarle e ad ibridarle, invece per qualche sconosciuto motivo (forse erano troppo sensibili ad attacchi parassitari?)  ora di banksiae ne esistono solo cinque varietà,  mentre è rimasto negli annali inglesi di metà Ottocento che ne esistevano ben 24 varietà.

Fu Joseph Banks, un botanico della fine del Settecento e fondatore della Royal Horticultural Society, che lavorava per i celebri Kew Gardens di Londra che dette un nome “europeo”a questa splendida rosa  dedicandola a sua moglie Dorothea Banks.


Come detto ce ne sono 5 varietà, la più rustica è la lutea di fiore giallo multi petalo leggermente profumato, poi c’è Rosa banksiae alba plena  fiore a multi petali fitti ed è bianca, R. Banksiae Normalis fiore a 5 petali unici ma con grandi pregevoli stami,  Rosa banksiae lutescens, fiore giallo a 5 petali più grande delle altre e rosa banksiae Purezza, fiore bianco molto fitto, qualche volta quest’ultima è rifiorente.


Curiosità:

La rosa, soprattutto bianca è associata al segno del cancro

È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
(Antoine de Saint-Exupéry)
Nel medioevo si indicavano in alcuni casi come “Rose” tutti i fiori in analogia al ricevimento della grazia, alla bellezza spirituale o alla fede.
Ai vassalli più fedeli era concessa la Rosa d'Oro simbolo di Fedeltà e Onorificenza.
I glicini e le rosa banksiae lutea fioriscono nello stesso periodo e coltivarle vicine è una buona idea a chi piace un contrasto cromatico e un’insolito intreccio tra piante. Ambedue profumano dolcemente, e regalano fioriture copiose.


……“qualcosa del miele e del lillà…ma per il resto soltanto se stesso” (Wilson & Bell)

IL GLICINE (Wistaria sinesins)

Posted by Arianna

Avete letto bene …e..no! non è scritto sbagliato ….il “wisteria sinensis” in realtà si chiama “Wistaria” con la A ….lo sanno in pochi…ed è dedicato all’anatomista americano Wistar vissuto nel XVIII sec.

…e in pochi sanno che, lo chiamiamo “glicine” ma il nome è sbagliato…

…i botanici lo avevano appunto (erroneamente) chiamato “Glykys” dal greco “dolce”…

 …..ma siamo sicuri che si siano tanto sbagliati?  Chi non è mai passato per una strada, un giardino o un muro ricoperto da questa bellissima pianta e non ha pensato “mmmhh! che buon profumo! che dolce!”

Fragrante, traboccante, vigoroso questo è il wistaria o glicine come si desidera chiamarlo.




Un po’ di storia: è stato importato in europa nel 1816 (quindi neanche tanto tempo fa) e le piante sono state trovate in Cina; l’importazione è opera degli inglesi e precisamente sono state importate da una nave (di quella che è stata una delle più importanti fonti di importazione all’epoca) della Compagnia delle Indie.
Dal suo arrivo in Europa poi ne sono state create molte specie e molti ibridi e cultivar ed inoltre dal Giappone sono arrivate un altro  paio di specie con fiori enormi.
La Wistaria floribunda e la wistaria brachybotrys.

La sua coltivazione.
Di tutte le varietà di cui abbiamo scritto la più comune, vigorosa e resistente è la “wistaria sinensis” quella che di solito si trova nei vivai più facilmente.
La potrete trovare di vari colori che variano dal rosa al violetto al viola azzurro….
…..a voi la scelta con quale colore vi piace di più….e la  “dritta” da seguire per non essere delusi è di comprare una pianta già fiorita, per esser sicuri che la pianta li faccia i fiori! A volte sfortunatamente ci sono degli esemplari cosiddetti “muti” incapaci di fiorire L

A partire dal fatto che è una pianta vigorosa e resistente, che praticamente non si ammala mai, è una pianta da “poca fatica” perché non richiede concimazioni o cure particolari, tranne le potature annuali, di solito due, la più energica a  gennaio/febbraio e una potatura di contenimento ad agosto  che dia “forma” alla pianta e in modo dche vengano eliminati i ramoscelli nuovi (pronti a crescere troppo) e pure per stimolare la fioritura successiva.

Scegliete un posto più soleggiato che in ombra, ma comunque anche a mezz’ombra il vostro glicine non  vi deluderà….
E’ giusto dirvi: pensateci bene a dove posizionarlo! perché l’unica cosa che teme il glicine, sono i trapianti, mentre invece non ci saranno problemi per il troppo freddo o il troppo caldo.


































Vi sono tanti modi di far crescere un wistaria: a spalliera, sui muri, sopra un gazebo, libero di correre sul muretto di casa, se avete molto spazio; ma il fatto è sempre uno che come pianta è una forza della natura, talmente vigoroso
Va detto inoltre (per le persone che con il glicine volessero nascondere un  muro rovinato o ingentilire uno spazio) che è una pianta caducifoglia, cioè perde le foglie in autunno, per cui rimane spoglio d’inverno per rigermogliare e rifiorire in primavera.


































Ed in primavera verso aprile/maggio al nord un po’ prima al sud, i grappoli schiuderanno al sole il loro colore, profumo e bellezza…..avrete farfalle ed api che andranno a far scorta del loro nettare.

Curiosità sul glicine:
la wistaria sinesi originaria della Cina ha i rami che si avvolgono in senso antiorario mentre la varietà wistaria floribunda nel senso orario.

Il suo significato:
si racconta che, gli imperatori giapponesi quando viaggiavano in rappresentanza fossero soliti portare dei bonsai di glicine fioriti per far capire al loro passaggio agli abitanti delle zone in cui andavano in visita di avere intenzioni amichevoli.



 IL GLICINE
di Pier Paolo Pasolini

... e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità . . . . . . . . .

da “La religione del mio tempo”
Garzanti 1961



Posted by Arianna

Profumo di zagare.

Quanti secoli sono passati da quando la famiglia Medici di Firenze ha intuito ed importato le prime piante di agrumi?
Tanti.
Nel XVI secolo queste favolose piante hanno iniziato a vedersi nei giardini fiorentini, dapprima usate solo come ornamentali ……subito dopo si è capito che erano anche pregiate.

La loro fragranza è incontestabile, le foglie a stropicciarle leggermente tra le dita emanano un gradevolissimo odore, i frutti sono degli scrigni di salute e proprietà benefiche, ed i fiori? Il profumo di zagare è favoloso …..

Al sud i limoni e gli aranci possono essere piantati in pieno terreno ma qui d’inverno hanno bisogno di essere riparati per cui avere queste bellissime piante significa tenerle in vaso.
Niente paura, alberi e piante di agrumi sono relativamente facili da coltivare, sono belli utili e danno un tocco esotico al vostro terrazzo o giardino.
Dopo un’inverno passato dentro in veranda o in serra, in genere, queste piante le vedrete sofferenti, vedrete foglie cadute e in generale la pianta avrà un aspetto un po’ smorto.
Ma niente paura dal mese di aprile (temperatura permettendo) le cose cambiano …..è ora di portarle all’aperto!
Che meraviglia vederle letteralmente rinascere! Cominciano a spuntare delle tenere foglioline verde chiaro e poco dopo spuntano anche i primi fiori, inoltre non è raro vedere nella stessa pianta foglie e fiori nuovi e limoni dell’anno precedente appesi a maturare, una pianta che non si stanca mai di regalarci spettacolo.


Il verde delle foglie, il bianco e profumato fiore e i frutti verdi ancora acerbi o gialli maturi e profumati.





































E non è neanche difficile averne cura! Protezione invernale a parte necessaria nelle nostre regioni del nord, hanno bisogno di poco, un terreno povero e ghiaioso, una posizione soleggiata e non gli dispiace neanche avere poco spazio. Lo potrete tenere benissimo in vaso del diametro di 30cm. Il vostro alberello prospererà benissimo almeno per 5 anni, dopodiché magari aumentate l’ampiezza del vaso di un po’..
Ricordatevi di nutrire con un po’ di apposito concime (e lo trovate in molte forme da liquido a solido in ogni garden center  o negozio di bricololage) la terra del vaso, perché appunto non essendo in piena terra la pianta sfrutta al massimo le sostanze di cui dispone ed ha bisogno di averne sempre a disposizione, soprattutto nel periodo primaverile quando impiega molta energia a rifare fiore e foglie, ma anche in estate ed autunno quando deve far maturare i suoi frutti!!!!

Per chi volesse usare un concime naturale, consiglio l’ uso di fave o lupini tritati, forniscono una buona dose di azoto ed elementi nutritivi.

Le innaffiature sono meglio abbondanti e distanziate piuttosto che poca acqua spesso, l’ottimale sarebbe raccogliere l’acqua piovana e dargli quella ma anche acqua del rubinetto lasciata decantare dentro all’annaffiatoio o a un bidone vanno bene.

Ogni tanto pulite le foglie con un panno umido, lavatele spesso se ne avete voglia …tenerle pulite risparmia alla pianta un probabile attacco parassitario, sono sensibili alla mosca bianca!
Contro gli attacchi parassitari del limone o dell’arancio ci sono molti prodotti in commercio ma sinceramente io preferisco, se succede pulirle bene da cima a fondo, per avere dei limoni naturali senza pesticidi, inoltre ricordate! Aranci e limoni attirano molto le api con i loro fiori strabiliantemente profumati, se ci mettete degli  antiparassitari uccidete anche loro o comunque le allontanereste …..escludendo così la vostra pianta dal fare frutti, infatti sono proprio le api che vanno ad impollinare i fiori e a renderli fruttosi!

In genere non hanno nemmeno bisogno di potature, tranne che in autunno magari potete tagliare qualche ramicello secco o la base dove c’era un limone che avete còlto!

I limoni possono essere usati in mille modi,  hanno molta vitamina C…..e mille usi!
Se ne possono fare marmellate e liquori, e pane e tanto altro.

Ricetta:

500 gr di Farina 00 (preferibilmente biologica).
15 gr  di lievito di birra( 150 se lievito madre fresco o 50 lievito madre secco)
60 gr di Succo di Limone
La scorza grattugiata di 1 Limone biologico .
250 gr di Acqua.

10 gr di Sale e 10 gr di Zucchero

Preparazione:


Prendete una ciotola capiente e ponete la farina, fateci al centro dello spazio e aggiunte l'acqua ed il lievito e lo zucchero e mescolate, aggiungeteci poi il succo e la scorza di limone, e per ultimo il sale  e cominciate ad impastare energicamente.
Una buona farina è fondamentale per avere un buon risultato, perchè una farina di qualità assorbe meglio i liquidi  e i lieviti si sviluppano molto di più.
Sistemate l’impasto in un recipiente coperto con un canovaccio umido e pulito  e mettetelo a lievitare nel forno spento per almeno 2 ore.
Dopo il primo tempo di riposo, impastate ancora per qualche minuto, e date al pane la forma o le forme che più vi piacciono e rimettetelo a lievitare per un’altra ora.
Togliete dal forno e scaldatelo fino a 220 C° ed infornate, dopo 5 minuti abbassate la temperatura a 180 C° e continuate a cucinare per circa 20 minuti, se si tratta di panini, dovrete vedere un po’ ad occhio se vi pare siano cotti o abbiano necessità di qualche altro minuto perché ogni forno è diverso da un altro.
Durante la cottura del pane vi consiglio di inserire in forno una ciotola o un recipiente da forno con dell’acqua, il vapore aiuterà il vostro pane a restare più morbido.

Infine qualche curiosità esoterica!

Il pianeta affine al limone è la luna
I suoi poteri: longevità, purificazione amore ed amicizia

Portafortuna per casa vostra: raccogliete un limone verde grande circa 4 cm. di diametro, infilateci tutt’attorno degli spilli con capocchie colorate (tutti i colori tranne il nero) e ricopritelo più che potete.
Attaccatelo con uno spaghetto a casa, nell’antichità si diceva che così portasse fortuna e benessere alla famiglia.
Se fortuna e benessere già l’avete, almeno vi profumerà l’aria!

  
E la storia continua …..
Seguiteci! A breve vi diremo quali altri usi (tanti) si può fare dei limoni……
Coming soon ….



Oggi volevo parlarvi della Bergenia, nel suo giorno più “giusto” perché questa pianta è chiamata più popolarmente:  i fiori di San Giuseppe o Santa Giuseppina!

E’ una pianta antica e piuttosto dimenticata, la si trova in pochi giardini e di solito questi giardini sono di qualche persona anziana.

E’ una pianta che io chiamo “silenziosa” perché non ha esigenze praticamente di niente! Io ne ho una che avrà circa 50 anni, è sempre nello stesso vaso, fuori all’aperto in balìa del caldo e del freddo, della neve e del sole, non ci  aggiungo mai terra, non le do concimi né antiparassitari e lei è sempre generosa, ha tutto l’anno foglie larghe e un po’ cicciotte, con la bella stagione sono verdi scuro ma in autunno e in inverno diventano rossastre regalandoci così anche delle variazioni cromatiche molto belle da vedere!

In primavera e precisamente nei giorni di San Giuseppe dal centro delle foglie disposte a cespuglio spuntano dei bellissimi fiorellini rosa disposti a grappolo e di solito fioriscono sia con la neve che con il bel tempo.
Insomma quand’è ora…è ora! Che ci sia neve o sole lei fiorisce!
Sta bene sia all’ombra che al sole e soprattutto sta benissimo in vaso.

E allora Buon San Giuseppe (o Giuseppina) a  tutti!


Scheda tecnica:
Terreno: si adatta a qualsiasi tipo di terreno, basta che sia ben drenato.
Esposizione: si adatta a qualunque esposizione (sole, ombra, mezz'ombra).
Temperatura: sopporta bene sia temperature molto fredde che molto calde.
Annaffiature: richiede abbondanti annaffiature: mantenere il terreno sempre umido, ma evitare i ristagni. Si possono ridurre le annaffiature in inverno durante il periodo di riposo vegetativo.
Potatura: non richiede potature. È opportuno rimuovere i fiori appassiti per prolungarne la fioritura.
Concimazioni: nel periodo vegetativo ogni 15-20 giorni con concime per piante fiorite.
Propagazione: a marzo (o settembre nei climi miti) è possibile dividere i cespi mantenendo su ciascuno delle radici vigorose.
By Arianna





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