Hydrangea la pianta che ama
l’acqua!
Posted by Arianna
Una pianta antica e anche un po’
dimenticata è l’ortensia, era ospite di quasi tutti i giardini almeno fino agli
anni ’70 poi è stata un po’ accantonata
a favore di giardini più “moderni”.
Per fortuna,
sembra che ci sia una riscoperta di questa bellissima e semplice pianta, tanto
che aziende e vivai specializzati hanno iniziato a tenerne varie specie, favorendo così non solo la conoscenza ai più,
della solita hidrangea macrophylla ma di tante altre specie anche rampicanti.
E' con
l'affascinante storia del loro nome che comincia la storia delle ortensie: fu
il francese "cacciatore di piante" Philibert de Commerson che nel
1771 così battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore
di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico,
che lo aveva accompagnato in una spedizione.
Ed è sempre il
loro nome, anche se stavolta quello botanico, Hydrangea, che da una gentile
principessa ci conduce ad una terrificante figura mitologia: è Hydra, con
capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula
contenente i semi di questa pianta.
L'opinione più
ampiamente condivisa è tuttavia quella circa la derivazione del nome Hydrangea
dalle due parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso), per la particolare
forma delle capsule contenenti i semi, che assomigliano a delle piccole conche
d'acqua.
Pianta
antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili collocabili in era
terziaria ed in periodi successivi (oligocene-miocene), venne introdotta nei
paesi europei quasi contemporaneamente, intorno alla metà del 1700. In
Inghilterra si parlò di ortensia nel 1736, si trattava di una arborescens
proveniente dalla Pennsylvania.
In America,
cito alla lettera il testo di Corinne Mallet "Hydrangeas species and
cultivars"; il nome Hudrangea comparve per la prima volta nel testo del
naturalista Gronovius (Flora Virginica - 1739).
Nei giardini
giapponesi invece, la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole
durante il diciassettesimo secolo, ma dato chele sue frontiere furono chiuse
dal 1639 al 1856, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile.
Grazie comunque alle incursioni di alcuni "cacciatori di piante" europei
(tra cui vanno ricordati il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di
Linneo e il dottor Phihpl Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati
ed ebbero preso una descrizione botanica, anche se furono inizialmente
classificati all'interno del genereViburnum.
Da un punto di
vista geografico troviamo le Hydrangea distribuite dal nord-est al sud-ovest
americano e nel sud-est asiatico. Alcuni autori (Dr. Me Clintock) dividono il
genere in due sezioni.
La prima è chiamata Hydrangea e comprende
undici specie decidue tutte riprodotte, la seconda Comidia, ed è composta di
dodici sempreverdi rampicanti autosupportanti.
Questi ultimi
sono molto meno conosciuti, ad eccezione di H.Seemani ed H.serratifolia.
(cit. giardinaggio.it )
(cit. giardinaggio.it )
Avere e curare
una ortensia è piuttosto facile.
Ha delle
esigenze ovviamente, ma non così difficili.
E’ una pianta
che dà soddisfazione perché non ha bisogno di costanti cure e di solito non si
ammala, fiorisce a tarda primavera con dei fiori grandi e belli da poter mettere
anche in vaso.
Insomma poca
fatica e tanto splendore.
L’ Hydrangea macrophylla, come già detto è la più comune ortensia anche la più facile da coltivare, si presenta con foglie larghe e di un bel verde e con infiorescenze grosse e rotonde, il cui colore varia dal rosa all’azzurro, ci sono anche delle varietà bianche, al momento dell’acquisto informatevi sul colore dei fiori e decidete in quel momento quale colore dei fiori via aggraderà di più.
E’ una pianta
caducifoglia, quindi d’inverno sarà spoglia, mentre in primavera inizierà molto
presto a buttare dei bocci di fogliame
verde chiaro, i fiori verranno molto dopo.
Necessità di
un terreno leggermente acido, quindi prendete del terriccio per rododendri,
azalee e appunto ortensie per metterla a dimora, e come diceva mia mamma per
questa pianta come per le calle, è una pianta che ama avere i piedi all’umido e
la testa al sole, quindi andrebbe bene un posto dove i fiori e le foglie
possano godere di luce solare, ma la base sia riparata.
Potatura:
tagliate in estate, prima di agosto, per dare forma ai cespugli. A fine estate
o inizio autunno, la pianta emetterà le gemme che fioriranno la stagione
successiva.
E’ invece
consentito tagliare i rami o i fiori secchi in ogni momento.
I fiori di
ortensia durano molto e li si può anche far seccare, ma ci sono anche delle
varietà rifiorenti , la Endless Summer
per esemoio che vanno potate durante il riposo vegetativo, cioè in
inverno.
Ci sono anche
delle ortensie rampicanti (Hydrangea seemannii) i suoi fiori sono più piccoli e
poco colorati ma riempiono muretti e gazebi in maniera uniforme e graziosa,
sempre ricordando che d’inverno perdono le foglie.
RAINER MARIA RILKE
Ortensia blu
Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.
Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il grigio;
scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.
Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.
Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.
Foto by Cinzia
Poche parole per queste magnifiche ed esotiche piante:
Sono belle, generose tutto l'anno, sono di infiniti colori e spesso posizionate giuste fioriscono e ci lasciano sbalorditi per la loro bellezza e complessità...eppure sono così semplici! Sempreverdi hanno bisogno di poche o nessuna cura, poca acqua e non si ammalano mai.....coprono e arredano angoli e spazi in giardino o sul balcone...cosa volete di più?
Digitalis pupurea
Posted byArianna
Lungamente utilizzata nei secoli passati non solo come
abbellimento da giardino, ma soprattutto come medicina per il cuore, la
digitale è una pianta magnifica, alta, svettante ed orgogliosa è poco esigente
sia per terreno che per esposizione….al sole sarà colorata e di effetto; mentre all’ombra i colori saranno più tenui
ma la crescita in altezza più abbondante.
Se seminate varie piante vicine di vari colori i contrasti
cromatici saranno fantastici.
E’ una pianta erbacea perenne, se la seminate il primo anno non
fiorirà ma l’anno dopo comincerà a dare spettacolo, la sua disseminazione dopo
la fioritura è spontanea, così gli anni successivi vi troverete ibridi ed altri
ibridi, ed i colori originali si sovraporranno in mille sfumature di colore
diverso.
Qualche indicazione:
E’ una biennale e perenne
rustica, cioè ogni pianta ha un ciclo vitale di 2 anni però si autoriproduce
quindi avrete ogni anno piante e fiori nuovi senza doverli riseminare, è rustica perché non abbisogna di concimi o
di fitofarmaci , non si ammala.
Può crescere dai 45 ai 150 cm. quindi se trova il posto
favorevole diventa alta quasi come una persona.
Fiorisce da tarda primavera (maggio) a inizio autunno.
Come già accennato qualsiasi terreno le va bene, né troppo
arido, né troppo umido, il pieno sole è l’ideale ma anche a mezz’ombra va bene,
anzi come detto sopra mezz’ombra queste piante diventano più alte.
Fate attenzione a non piantarle vicino a piante commestibili o
vicino a laghetti con i pesci rossi, perché i fiori cadendo possono avvelenare
il terreno o l’acqua.
Bisognerebbe anche maneggiare le piante con guanti da giardino o
lavarsi bene le mani se si toccano senza guanti.
In realtà questa pianta nell’antichità era usato come rimedio
per le malattie cardiache:
L'uso di
estratti della Digitalis purpurea
per il trattamento dello scompenso cardiaco fu
descritto per la prima volta da William Withering.Le foglie di questa pianta contengono infatti alcuni glicosidi farmacologicamente attivi (digitossina e digossina) che hanno potenti effetti sul cuore: aumentano la forza di contrazione del muscolo cardiaco (effetto inotropo positivo) ed hanno proprietà antiaritmiche. Sono principalmente indicati nella terapia dell'insufficienza cardiaca; tuttavia le stesse sostanze, se assunte in dosi eccessive, possono causare seri problemi, quali aritmie e blocchi cardiaci, talora letali. È inserita nell'elenco delle piante officinali spontanee soggette alle disposizioni della legge 6 gennaio 1931 n. 99.
La digitale è un classico esempio di farmaco derivato da una
pianta usata un tempo come rimedio dalla medicina popolare: in erboristica si è
ormai abbandonato il suo uso a causa del suo basso indice terapeutico e della difficoltà nel determinare la dose attiva.
Inizialmente, una volta accertata l'utilità della digitale nel regolarizzare il
polso, la pianta venne impiegata per curare un gran numero di patologie,
compresa l'epilessia e altri disturbi
convulsivi. Ora per queste indicazioni l'uso della digitale è considerato
inadeguato. (da wikipedia)
Associazione esoterica: associata al segno del Toro
Pianeta: venere
Elemento: acqua
Poteri: protezione
Piantata in giardino protegge la casa. Nel passato le donne
gallesi usavano le foglie di digitale per preparare un inchiostro di colore
nero con cui dipingevano delle croci sui sassi intorno a casa per tenere
lontano le negatività.
Posted by Arianna
Rosa Banksiae Lutea
Vi piacciono le rose,
ma vi danno fastidio le spine?
Ecco una rosa
favolosa, la rosa banksiae lutea, è un sogno per tutti i giardinieri che hanno
poco tempo e vorrebbero trovare bellezza e facilità di coltivazione con le
rose.
E questa rosa lo è.
Facile da coltivare
non ha bisogno né di potature (tranne per quelle di ringiovanimento o se si
vuole per dare una forma alla pianta, ma comunque se si dispone di spazio, si
può lasciarla libera di svilupparsi a suo piacimento) né di trattamenti
antiparassitari.
È una sarmentosa priva di spine ed è capace di
raggiungere in breve tempo anche i 15 metri di altezza. Ha un fogliame assai
fitto e lanceolato ed è estremamente vigorosa e resistente.
Ha una crescita molto estesa e, nel metterla a dimora, serve avere uno
spazio idoneo per indirizzare i suoi rami.
Unica alternativa
sono le potature frequenti e pesanti, che vanno a limitarne, almeno in parte,
il veloce sviluppo.
Abbiamo parlato di muro o angolo di giardino, per quanto riguarda la messa a dimora, perchè la rosa banksiae ha
bisogno di un sostegno
molto solido, per avere
una corretta crescita.
Durante l’inverno i lunghi rami
rimangono spogli, quindi se questa rosa va pensata per tappezzare un vecchio
muro o una superficie non troppo bella bisogna tenerne conto.
La rosa banksiae lutea inizia a fare
foglioline già dall’inizio primavera e con le foglie compariranno subito i
boccioli, riuniti in mazzetti fitti.
La fioritura di solito, anche con tempo avverso avviene tra
aprile e maggio ed i fiori sono molto graziosi per quanto assai piccoli sono
così fitti ed abbondanti che ricoprono efficacemente qualsiasi superficie,
pergola o muro.
Spesso sono posti vicino a grandi
alberi (anche a pini) su cui trovano modo di attaccarsi e di crescere bene.
Si tratta di rosai molto rustici e resistenti alle malattie che non necessitano di cure.
Meglio di così!
Hanno un’unica fioritura annua però
come detto è una fioritura abbondante che soddisfa l’aspettativa di qualsiasi
persona che “adotti” questa pianta, e soprattutto la fioritura dura a lungo,
anche un mese sempre che non intervengano piogge abbondanti e tanto brutto
tempo; come per tutte le piante ed i fiori la pioggia e la grandine sono loro
nemiche!!!
Ed ora un po’ di storia di questa
splendida pianta: le banksiae come
moltre altre belle piante, come il glicine di cui ho parlato in un altro post
per esempio arrivano dalla Cina, grande paese di infinite bellezze botaniche e
non, e sembra sia stata coltivata sin
dal nostro Cinquecento; sono arrivate però in Europa solo tra il Settecento e
l’Ottocento, epoca di grandi viaggi e di ricche importazioni.
Solitamente le piante che sono state importate abbiamo
imparato a curarle e ad ibridarle, invece per qualche sconosciuto motivo (forse
erano troppo sensibili ad attacchi parassitari?) ora di banksiae ne esistono solo cinque
varietà, mentre è rimasto negli annali
inglesi di metà Ottocento che ne esistevano ben 24 varietà.
Fu Joseph Banks, un botanico della fine del Settecento e
fondatore della Royal Horticultural Society, che lavorava per i celebri Kew
Gardens di Londra che dette un nome “europeo”a questa splendida rosa dedicandola a sua moglie Dorothea Banks.
Come detto ce ne sono 5 varietà, la più rustica è la lutea
di fiore giallo multi petalo leggermente profumato, poi c’è Rosa banksiae alba
plena fiore a multi petali fitti ed è bianca,
R. Banksiae Normalis
fiore a 5 petali unici ma con grandi pregevoli stami, Rosa banksiae lutescens, fiore giallo a 5
petali più grande delle altre e rosa banksiae Purezza, fiore bianco molto
fitto, qualche volta quest’ultima è rifiorente.
Curiosità:
La rosa, soprattutto bianca è
associata al segno del cancro
È il tempo che tu hai perduto per la
tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
(Antoine de Saint-Exupéry)
(Antoine de Saint-Exupéry)
Nel medioevo si indicavano in alcuni casi come
“Rose” tutti i fiori in analogia al ricevimento della grazia, alla bellezza
spirituale o alla fede.
Ai vassalli più fedeli era concessa la Rosa d'Oro
simbolo di Fedeltà e Onorificenza.
I glicini e le rosa banksiae lutea fioriscono nello
stesso periodo e coltivarle vicine è una buona idea a chi piace un contrasto
cromatico e un’insolito intreccio tra piante. Ambedue profumano dolcemente, e
regalano fioriture copiose.
……“qualcosa del miele e del lillà…ma per il resto soltanto se stesso” (Wilson & Bell)
IL GLICINE (Wistaria sinesins)
Posted by Arianna
Avete letto bene …e..no! non è scritto sbagliato
….il “wisteria sinensis” in realtà si chiama “Wistaria” con la A ….lo sanno in
pochi…ed è dedicato all’anatomista americano Wistar vissuto nel XVIII sec.
…e in pochi sanno che, lo chiamiamo “glicine” ma il
nome è sbagliato…
…i botanici lo avevano appunto (erroneamente) chiamato
“Glykys” dal greco “dolce”…
…..ma siamo
sicuri che si siano tanto sbagliati? Chi
non è mai passato per una strada, un giardino o un muro ricoperto da questa
bellissima pianta e non ha pensato “mmmhh! che buon profumo! che dolce!”
Fragrante, traboccante, vigoroso questo è il wistaria
o glicine come si desidera chiamarlo.
Un po’ di storia: è stato importato in europa nel
1816 (quindi neanche tanto tempo fa) e le piante sono state trovate in Cina;
l’importazione è opera degli inglesi e precisamente sono state importate da una
nave (di quella che è stata una delle più importanti fonti di importazione
all’epoca) della Compagnia delle Indie.
Dal suo arrivo in Europa poi ne sono state create
molte specie e molti ibridi e cultivar ed inoltre dal Giappone sono arrivate un
altro paio di specie con fiori enormi.
La Wistaria floribunda e la wistaria brachybotrys.
La sua coltivazione.
Di tutte le varietà di cui abbiamo scritto la più
comune, vigorosa e resistente è la “wistaria sinensis” quella che di solito si
trova nei vivai più facilmente.
La potrete trovare di vari colori che variano dal
rosa al violetto al viola azzurro….
…..a voi la scelta con quale colore vi piace di
più….e la “dritta” da seguire per non
essere delusi è di comprare una pianta già fiorita, per esser sicuri che la
pianta li faccia i fiori! A volte sfortunatamente ci sono degli esemplari
cosiddetti “muti” incapaci di fiorire L
A partire dal fatto che è una pianta vigorosa e
resistente, che praticamente non si ammala mai, è una pianta da “poca fatica” perché
non richiede concimazioni o cure particolari, tranne le potature annuali, di
solito due, la più energica a
gennaio/febbraio e una potatura di contenimento ad agosto che dia “forma” alla pianta e in modo dche
vengano eliminati i ramoscelli nuovi (pronti a crescere troppo) e pure per
stimolare la fioritura successiva.
Scegliete un posto più soleggiato che in ombra, ma
comunque anche a mezz’ombra il vostro glicine non vi deluderà….
E’ giusto dirvi: pensateci bene a dove posizionarlo!
perché l’unica cosa che teme il glicine, sono i trapianti, mentre invece non ci
saranno problemi per il troppo freddo o il troppo caldo.
Vi sono tanti modi di far crescere un wistaria: a
spalliera, sui muri, sopra un gazebo, libero di correre sul muretto di casa, se
avete molto spazio; ma il fatto è sempre uno che come pianta è una forza della
natura, talmente vigoroso
Va detto inoltre (per le persone che con il glicine volessero nascondere
un muro rovinato o ingentilire uno
spazio) che è una pianta caducifoglia, cioè perde le foglie in autunno, per cui rimane spoglio d’inverno per
rigermogliare e rifiorire in primavera.
Ed in primavera verso aprile/maggio al nord un po’
prima al sud, i grappoli schiuderanno al sole il loro colore, profumo e
bellezza…..avrete farfalle ed api che andranno a far scorta del loro nettare.
Curiosità sul glicine:
la wistaria sinesi originaria della Cina ha i rami
che si avvolgono in senso antiorario mentre la varietà wistaria floribunda nel
senso orario.
Il suo significato:
si racconta che, gli imperatori giapponesi quando
viaggiavano in rappresentanza fossero soliti portare dei bonsai di glicine fioriti per far
capire al loro passaggio agli abitanti delle zone in cui andavano in visita di
avere intenzioni amichevoli.
IL GLICINE
di Pier Paolo Pasolini
... e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità . . . . . . . . .
da “La religione del mio tempo”
Garzanti 1961
di Pier Paolo Pasolini
... e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità . . . . . . . . .
da “La religione del mio tempo”
Garzanti 1961
Profumo di zagare.
Quanti secoli sono
passati da quando la famiglia Medici di Firenze ha intuito ed importato le
prime piante di agrumi?
Tanti.
Nel XVI secolo
queste favolose piante hanno iniziato a vedersi nei giardini fiorentini, dapprima
usate solo come ornamentali ……subito dopo si è capito che erano anche pregiate.
La loro fragranza
è incontestabile, le foglie a stropicciarle leggermente tra le dita emanano un
gradevolissimo odore, i frutti sono degli scrigni di salute e proprietà
benefiche, ed i fiori? Il profumo di zagare è favoloso …..
Al sud i limoni e
gli aranci possono essere piantati in pieno terreno ma qui d’inverno hanno
bisogno di essere riparati per cui avere queste bellissime piante significa
tenerle in vaso.
Niente paura,
alberi e piante di agrumi sono relativamente facili da coltivare, sono belli
utili e danno un tocco esotico al vostro terrazzo o giardino.
Dopo un’inverno
passato dentro in veranda o in serra, in genere, queste piante le vedrete
sofferenti, vedrete foglie cadute e in generale la pianta avrà un aspetto un
po’ smorto.
Ma niente paura
dal mese di aprile (temperatura permettendo) le cose cambiano …..è ora di
portarle all’aperto!
Che meraviglia
vederle letteralmente rinascere! Cominciano a spuntare delle tenere foglioline
verde chiaro e poco dopo spuntano anche i primi fiori, inoltre non è raro
vedere nella stessa pianta foglie e fiori nuovi e limoni dell’anno precedente
appesi a maturare, una pianta che non si stanca mai di regalarci spettacolo.
Il verde delle
foglie, il bianco e profumato fiore e i frutti verdi ancora acerbi o gialli
maturi e profumati.
E non è neanche difficile averne cura! Protezione invernale a parte necessaria nelle nostre regioni del nord, hanno bisogno di poco, un terreno povero e ghiaioso, una posizione soleggiata e non gli dispiace neanche avere poco spazio. Lo potrete tenere benissimo in vaso del diametro di 30cm. Il vostro alberello prospererà benissimo almeno per 5 anni, dopodiché magari aumentate l’ampiezza del vaso di un po’..
Ricordatevi di
nutrire con un po’ di apposito concime (e lo trovate in molte forme da liquido
a solido in ogni garden center o negozio
di bricololage) la terra del vaso, perché appunto non essendo in piena terra la
pianta sfrutta al massimo le sostanze di cui dispone ed ha bisogno di averne
sempre a disposizione, soprattutto nel periodo primaverile quando impiega molta
energia a rifare fiore e foglie, ma anche in estate ed autunno quando deve far
maturare i suoi frutti!!!!
Per chi volesse
usare un concime naturale, consiglio l’ uso di fave o lupini tritati,
forniscono una buona dose di azoto ed elementi nutritivi.
Le innaffiature
sono meglio abbondanti e distanziate piuttosto che poca acqua spesso,
l’ottimale sarebbe raccogliere l’acqua piovana e dargli quella ma anche acqua
del rubinetto lasciata decantare dentro all’annaffiatoio o a un bidone vanno
bene.
Ogni tanto pulite
le foglie con un panno umido, lavatele spesso se ne avete voglia …tenerle
pulite risparmia alla pianta un probabile attacco parassitario, sono sensibili
alla mosca bianca!
Contro gli
attacchi parassitari del limone o dell’arancio ci sono molti prodotti in
commercio ma sinceramente io preferisco, se succede pulirle bene da cima a
fondo, per avere dei limoni naturali senza pesticidi, inoltre ricordate! Aranci
e limoni attirano molto le api con i loro fiori strabiliantemente profumati, se
ci mettete degli antiparassitari
uccidete anche loro o comunque le allontanereste …..escludendo così la vostra
pianta dal fare frutti, infatti sono proprio le api che vanno ad impollinare i
fiori e a renderli fruttosi!
In genere non
hanno nemmeno bisogno di potature, tranne che in autunno magari potete tagliare
qualche ramicello secco o la base dove c’era un limone che avete còlto!
I limoni possono
essere usati in mille modi, hanno molta
vitamina C…..e mille usi!
Se ne possono fare
marmellate e liquori, e pane e tanto altro.
Ricetta:
500 gr di Farina 00 (preferibilmente biologica).
15 gr di
lievito di birra( 150 se lievito madre fresco o 50 lievito madre secco)
60 gr di Succo di Limone
La scorza grattugiata di 1 Limone biologico .
250 gr di Acqua.
10 gr di Sale e 10 gr di Zucchero
Preparazione:
Prendete una ciotola capiente e ponete la farina, fateci al centro
dello spazio e aggiunte l'acqua ed il lievito e lo zucchero e mescolate,
aggiungeteci poi il succo e la scorza di limone, e per ultimo il sale e cominciate ad impastare energicamente.
Una buona farina è fondamentale per avere un buon risultato, perchè
una farina di qualità assorbe meglio i liquidi
e i lieviti si sviluppano molto di più.
Sistemate l’impasto in un recipiente coperto con un canovaccio umido
e pulito e mettetelo a lievitare nel
forno spento per almeno 2 ore.
Dopo il primo tempo di riposo, impastate ancora per qualche minuto,
e date al pane la forma o le forme che più vi piacciono e rimettetelo a
lievitare per un’altra ora.
Togliete dal forno e scaldatelo fino a 220 C° ed infornate, dopo 5
minuti abbassate la temperatura a 180 C° e continuate a cucinare per circa 20
minuti, se si tratta di panini, dovrete vedere un po’ ad occhio se vi pare
siano cotti o abbiano necessità di qualche altro minuto perché ogni forno è
diverso da un altro.
Durante la cottura del pane vi consiglio di inserire in forno una
ciotola o un recipiente da forno con dell’acqua, il vapore aiuterà il vostro
pane a restare più morbido.
Infine qualche
curiosità esoterica!
Il pianeta affine
al limone è la luna
I suoi poteri:
longevità, purificazione amore ed amicizia
Portafortuna per
casa vostra: raccogliete un limone verde grande circa 4 cm. di diametro,
infilateci tutt’attorno degli spilli con capocchie colorate (tutti i colori
tranne il nero) e ricopritelo più che potete.
Attaccatelo con
uno spaghetto a casa, nell’antichità si diceva che così portasse fortuna e
benessere alla famiglia.
Se fortuna e
benessere già l’avete, almeno vi profumerà l’aria!
E la storia
continua …..
Seguiteci! A breve
vi diremo quali altri usi (tanti) si può fare dei limoni……
Coming soon ….
Oggi volevo parlarvi della Bergenia, nel suo giorno più “giusto” perché questa pianta è chiamata più popolarmente: i fiori di San Giuseppe o Santa Giuseppina!
E’ una pianta antica e piuttosto dimenticata, la si trova in pochi giardini e di solito questi giardini sono di qualche persona anziana.
E’ una pianta che io chiamo “silenziosa” perché non ha esigenze praticamente di niente! Io ne ho una che avrà circa 50 anni, è sempre nello stesso vaso, fuori all’aperto in balìa del caldo e del freddo, della neve e del sole, non ci aggiungo mai terra, non le do concimi né antiparassitari e lei è sempre generosa, ha tutto l’anno foglie larghe e un po’ cicciotte, con la bella stagione sono verdi scuro ma in autunno e in inverno diventano rossastre regalandoci così anche delle variazioni cromatiche molto belle da vedere!
In primavera e precisamente nei giorni di San Giuseppe dal centro delle foglie disposte a cespuglio spuntano dei bellissimi fiorellini rosa disposti a grappolo e di solito fioriscono sia con la neve che con il bel tempo.
Insomma quand’è ora…è ora! Che ci sia neve o sole lei fiorisce!
Insomma quand’è ora…è ora! Che ci sia neve o sole lei fiorisce!
Scheda tecnica:
Terreno: si adatta a qualsiasi tipo di terreno, basta che sia ben drenato.
Esposizione: si adatta a qualunque esposizione (sole, ombra, mezz'ombra).
Temperatura: sopporta bene sia temperature molto fredde che molto calde.
Annaffiature: richiede abbondanti annaffiature: mantenere il terreno sempre umido, ma evitare i ristagni. Si possono ridurre le annaffiature in inverno durante il periodo di riposo vegetativo.
Potatura: non richiede potature. È opportuno rimuovere i fiori appassiti per prolungarne la fioritura.
Concimazioni: nel periodo vegetativo ogni 15-20 giorni con concime per piante fiorite.
Propagazione: a marzo (o settembre nei climi miti) è possibile dividere i cespi mantenendo su ciascuno delle radici vigorose.
By Arianna
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