lunedì 18 maggio 2015

Salvia Pratensis- Salvia Officinalis- Salvia Sclarea

Posted by Mara

Salvia Pratensis   ( Salvia selvatica)   Labiate

Il genere Salvia comprende alcune centinaia di specie erbacee e veri e propri arbusti. 

Già nella Grecia antica, dov’ era considerata pianta sacra, se ne distinguevano circa venti differenti qualità. Tra le più conosciute la Salvia Campestre, la Salvia Officinalis e la Salvia Sclarea, originarie del continente Americano, dell’Europa e dell’Africa settentrionale. 

La più facile da trovare in natura è la Salvia pratensis, riconoscibile per i bei fiori violacei.


La Salvia Pratensis e una pianta perenne di aspetto erbaceo, ha fittone ingrossato e fusto eretto, pubescente, legnoso e ramificato in alto, arriva fino a 70 cm, ha un odore intenso, non gradevole.

 Le foglie della rosetta basale sono spicciolate, lanceolate, caratterizzate da una nervatura reticolare e dai margini leggermente crenati.  I fiori sono azzurro-viletti, raramente rosa o bianchi. Hanno un corto labbro inferiore, mentre il superiore è arcuato. 

Sono disposti a forma di spiga chiusa. Gli stami della Salvia Pratensis, si comportano come piccole leve, quando un insetto, in cerca di nettare, penetra nel fiore, aziona una specie di pedale, che gli ribalta sul dorso il braccio dello stame, il polline si rovescia allora sul dorso dell’insetto. 

Questo funzionamento si può facilmente verificare infilando nel fiore un filo d’erba. Si dice che la Salvia sia una delle piante preferite dalle api. Cresce nei luoghi erbosi e freschi, incolti, campi, prati.


Cleopatra usava la Salvia Pratensis per preparare filtri afrodisiaci. I latini la chiamavano Erba Sacra e le attribuivano capacità di curare il morso dei serpenti, a condizione che non fosse stata infettata dall’alito venefico dei rospi. Ritroviamo questa credenza nel “Decameron”. 

Nei secoli successivi le si sono attribuite altre proprietà; quella di far restare incinta la donna che ne avesse bevuto l’infuso per quattro giorni di fila, o quella di curare le affezioni del cavo orale perché la forma delle sue foglie ricorderebbe una lingua, oppure il potere di spezzare malefici o incantesimi. In realtà la Salvia Pratensis ha numerosi effetti benefici sull’organismo, agendo come efficace tonico per l’apparato digerente (migliora il passaggio del cibo e lacapacità del corpo di sintetizzarlo). 

Potente sedativo, (L’infuso di Salvia Pratensis è molto utile per le donne durante il periodo mestruale, in quanto stimola l’utero calmando i nervi e regolando la circolazione).    

Utile ipotensivo e un valido anticonvulsionante. Porta benefici alle persone che soffrono di pressione alta arteriosa migliorando l’attività circolatoria. Aiuta le persone che soffrono d’ansia e depressione, calma i nervi e rilassa la mente stimolando però l’euforia, benefici anche per chi soffre d’insonnia, per le persone in convalescenza o in riabilitazione. Un vero toccasana per tutto l’organismo.

Tuttavia un utilizzo eccessivo o un sovradosaggio può risultare tossico per l’organismo, causando allucinazioni e sbalzi percettivi che possono alterare la visione delle cose e risultare pericolose per il soggetto.  


In cucina, nonostante le foglie di Salvia Pratensis non abbiano un aroma marcato come quelle della sorella Officinalis, possono ugualmente essere utilizzate per insaporire sughi e minestre, specialmente se seccate. Fin dall’antichità le foglie di Salvia Pratensis venivano utilizzate per rendere più digeribili i cibi. 

Nel Medioevo veniva addirittura sostituita al luppolo per fare la birra. In Giamaica la Salvia pratensis viene ancora bollita in una noce di cocco per preparare un rimedio naturale contro le punture dello scorpione. 


Salvia Officinalis


Presente in ogni casa la Salvia Officinalis è la più conosciuta. Salvia, dal latino “Salvus”che significa “salvo, sano” e dal verbo “Salvere” (salvare). C’è chi invece sostiene che provenga dal Tedesco “Sal-Bei”, altri dal greco”Sòzo(conservo, proteggo) e da “Bìos”(vita) cioè “ la pianta che conserva o salva la vita”. Questo indica che fin dall’antichità quest’erba era stimata per le sue proprietà medicinali.

I Galli la consideravano una pianta in grado di guarire tutte le malattie, tanto che i Druidi la usavano contro la febbre,tosse,paralisi,epilessia ma anche per favorire il concepimento e il parto;le era attribuito anche il potere di resuscitare i morti ed entrava come ingrediente in numerosi incantesimi. 

I Romani la consideravano una piana sacra e per questo veniva raccolta con un rituale particolare: senza l’uso di oggetti di ferro,in tunicabianca, a piedi scalzi e ben puliti. In un antico erbario si racconta che quando la Vergine Maria dovette fuggire col Bambino, chiese aiuto a tutte le erbe e solo la Salvia le dette riparo sotto le sue foglie e la difese contro gli uomini di Erode. Maria, grata, la fece diventare la pianta preferita dagli uomini perché li avrebbe salvati da qualsiasi malattia e dalla morte. 

Era molto apprezzata anche dai Cinesi, che la ritenevano capace didonare la longevità;nel 1600 veniva scambiata con i mercanti Olandesi: un cesto di Salvia per tre cesti di thè. Carlo Magno diffuse l’uso della Salvia Officinalis in Francia. La medicina popolare già nel Medioevo la usava come cicatrizzante e le attribuiva poteri magici e afrodisiaci. 

In alcuni detti popolari si diche che dove la Salvia cresce bella e forte è la moglie a dominare, mentre se la pianta muore gli affari vanno male.


La Salvia Officinalis è una pianta semplice, rigogliosa e dalle tante virtù, che non ostenta mai ed è sobria perché cresce anche in minuscoli fazzoletti di terra. La Salvia officinali è originaria della penisola balcanica, ma si è acclimatata molto bene in Italia, dove, al sud cresce talvolta spontanea inselvatichita. 

Nel centro e nel nord cresce solo se coltivata in orti e giardini. Pur raggiungendo raramente un metro di altezza è un vero piccolo arbusto sempreverde, con steli legnosi che prima strisciano sul terreno e poi si innalzano eretti. Stelo e rami, allo stato giovanile, sono ricoperti da uno strato che assomiglia al velluto, poi diventano lisci. 

Le foglie, ovali, sono rugose e pelose, di un verde grigiastro talmente particolare da essere conosciuto come verde-salvia. In giugno-luglio, quando fiorisce, numerose corolle di un bel violachiaroformano infiorescenze a spiga in cima agli steli. Tutta la pianta è aromatica, con un intenso profumo gradevolissimo e balsamico.



La Salvia Officinalis stimo le funzioni dell’intestino e della cistifellea. 

Ha un effetto balsamico ed espettorante sull’apparato respiratorio ed è benefica negli accessi d’asma. Si pensa che la Salvia Officinalis stimoli la memoria e sia utile per il cervello in genere (un tempo era usata anche per alleviare le emicranie croniche).

Altre interessanti proprietà sono quelle di abbassare la glicemia, diminuire la sudorazione dovuta a debolezza generale, agire positivamente su alcuni disturbi ovarici. Le sue virtù sono dovute all’acido tannico, alla resina e all’olio essenziale, che ne valorizzano le proprietà toniche, digestive, antisudorifere, cardiotoniche, decongestionanti ma soprattutto efficacia antisettica. Tuttavia la sua proprietà più importante, riconosciuta dalla farmacopea ufficiale, sta nel fatto chi i suoi componenti hanno il potere di bilanciare, di equilibrare la funzionalità dei vari organi; stimolandoli se sono ipofunzionanti oppure funzionando come sedativo se sono iper-funzionanti. 

Questa sua particolarità rende la Salvia Officinalis una droga molto forte da usarsi con cautela. L’olio essenziale o preparazioni molto concentrate di Salvia possono dare seri disturbi nervosi e gravi intossicazioni. È sconsigliata alle donne in gravidanza perché favorisce le contrazioni. L’uso domestico più valido è quello per il cavo orale e la gola (gengive molli e sanguinanti, arrossamenti, ulcere, alito cattivo). 

Le foglie fresche sfregate sui denti li puliscono e purificano l’alito. La Salvia Officinalis è tra le piante aromatiche più usate in cucina. Oltre che per arrosti, involtini ripieni e sughi, il suo gradevole aroma basta a trasformare un po’ di olio in un gustoso condimento per pasta e riso. 

La Salvia Officinalis contiene un chetone complesso che può risultare tossico ad alte dosi per cui viene usata come aroma, ma non come insalata. Le foglie si raccolgono da aprile a luglio, le sommità fiorite in maggio-agosto tagliando i fusti 10-20 cm al di sotto dei fiori. Fiori e foglie si essiccano all’ombra e si conservano in sacchetti di carta o tela. 



Salvia sclarea

La Salvia Sclarea, dalle belle spighe a pannocchia rosa-viola, un tempo era inclusa tra le specie officinali consigliate nel “Capitolare de Villis”, risalente al 795, che includeva le piante coltivate a scopo curativo, opera destinata ai monaci e agli erboristi.

Tuttavia sono molte e curiose le utilizzazioni non medicinali della Salvia Sclarea: come aromatizzante per liquori e profumi, oppure per dare sentore di moscato al vino, per rinforzare sapore e profumo al Vermut, ma anche per dare una particolarità a confetti, gelati e aceto.

Possiede un sapore leggermente amaro e un po’ acre, l’aroma intenso ricorda quello della Salvia Officinalis. Un impiego particolare è quello dell’essenza ottenuta per distillazione, usata nel settore dei profumi, in sostituzione della costosissima” ambra grigia”.

La Salvia Sclarea ci aiuta a contattare il mondo dei sogni in quanto sembra favorire sogni vividi e rafforza la possibilità di sognare. Può essere usata in bagni serali, in una lampada per aromi collocata in camera da letto, oppure mettendo una goccia di essenza sul guanciale.

La Madre terra è fonte di tutta la vita. Il suo spirito è ovunque, nella terra, nei profumi, in ogni cosa che si rigenera. Le piante s’ innalzano per raggiungere il cielo. Il calore del sole scende ad abbracciarle. I petali rispecchiano i colori dell’arcobaleno, il loro profumo pervade l’aria. Costante equilibrio tra cielo e terra. Le piante sono al centro, raccolgono il respiro della terra e del cielo concentrandolo nelle loro proprietà. Ogni foglia nasconde la magia di questo equilibrio. 

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