venerdì 12 giugno 2015

Hydrangea la pianta che ama l’acqua!

Posted by Arianna

Ortensia (hydrangea macrophylla)

Una pianta antica e anche un po’ dimenticata è l’ortensia, era ospite di quasi tutti i giardini almeno fino agli anni  ’70 poi è stata un po’ accantonata a favore di giardini più “moderni”.


Per fortuna, sembra che ci sia una riscoperta di questa bellissima e semplice pianta, tanto che aziende e vivai specializzati hanno iniziato a tenerne varie specie,  favorendo così non solo la conoscenza ai più, della solita hidrangea macrophylla ma di tante altre specie anche rampicanti.


E' con l'affascinante storia del loro nome che comincia la storia delle ortensie: fu il francese "cacciatore di piante" Philibert de Commerson che nel 1771 così battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico, che lo aveva accompagnato in una spedizione.

Ed è sempre il loro nome, anche se stavolta quello botanico, Hydrangea, che da una gentile principessa ci conduce ad una terrificante figura mitologia: è Hydra, con capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula contenente i semi di questa pianta. 

L'opinione più ampiamente condivisa è tuttavia quella circa la derivazione del nome Hydrangea dalle due parole greche hydros (acqua) e angeion (vaso), per la particolare forma delle capsule contenenti i semi, che assomigliano a delle piccole conche d'acqua. Pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili collocabili in era terziaria ed in periodi successivi (oligocene-miocene), venne introdotta nei paesi europei quasi contemporaneamente, intorno alla metà del 1700. In Inghilterra si parlò di ortensia nel 1736, si trattava di una arborescens proveniente dalla Pennsylvania.

In America, cito alla lettera il testo di Corinne Mallet "Hydrangeas species and cultivars"; il nome Hudrangea comparve per la prima volta nel testo del naturalista Gronovius (Flora Virginica - 1739). 

Nei giardini giapponesi invece, la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole durante il diciassettesimo secolo, ma dato chele sue frontiere furono chiuse dal 1639 al 1856, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile. Grazie comunque alle incursioni di alcuni "cacciatori di piante" europei (tra cui vanno ricordati il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di Linneo e il dottor Phihpl Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati ed ebbero preso una descrizione botanica, anche se furono inizialmente classificati all'interno del genereViburnum. 

Da un punto di vista geografico troviamo le Hydrangea distribuite dal nord-est al sud-ovest americano e nel sud-est asiatico.

Alcuni autori (Dr. Me Clintock) dividono il genere in due sezioni. La prima è chiamata Hydrangea e comprende undici specie decidue tutte riprodotte, la seconda Comidia, ed è composta di dodici sempreverdi rampicanti autosupportanti. Questi ultimi sono molto meno conosciuti, ad eccezione di H.Seemani ed H.serratifolia.

(cit. giardinaggio.it )


Avere e curare una ortensia è piuttosto facile.
Ha delle esigenze ovviamente, ma non così difficili.
E’ una pianta che dà soddisfazione perché non ha bisogno di costanti cure e di solito non si ammala, fiorisce a tarda primavera con dei fiori grandi e belli da poter mettere anche in vaso.
Insomma poca fatica e tanto splendore.

L’ Hydrangea macrophylla, come già detto è la più comune ortensia anche la più facile da coltivare, si presenta con foglie larghe e di un bel verde e con infiorescenze grosse e rotonde, il cui colore varia dal rosa all’azzurro, ci sono anche delle varietà bianche, al momento dell’acquisto informatevi sul colore dei fiori della pianta che andrete a comperare e decidete in quel momento quale colore dei fiori vi aggraderà di più.

E’ una pianta caducifoglia, quindi d’inverno sarà spoglia, mentre in primavera inizierà molto presto a buttare dei bocci  di fogliame verde chiaro, i fiori verranno molto dopo.

Necessità di un terreno leggermente acido, quindi prendete del terriccio per rododendri, azalee e appunto ortensie per metterla a dimora, e come diceva mia mamma per questa pianta come per le calle, è una pianta che ama avere i piedi all’umido e la testa al sole, quindi andrebbe bene un posto dove i fiori e le foglie possano godere di luce solare, ma la base sia riparata.

 Potatura: tagliate in estate, prima di agosto, per dare forma ai cespugli. A fine estate o inizio autunno, la pianta emetterà le gemme che fioriranno la stagione successiva.

E’ invece consentito tagliare i rami o i fiori secchi in ogni momento.
I fiori di ortensia durano molto e li si può anche far seccare, ma ci sono anche delle varietà rifiorenti , la Endless Summer  per esemoio che vanno potate durante il riposo vegetativo, cioè in inverno.

Ci sono anche delle ortensie rampicanti (Hydrangea seemannii) i suoi fiori sono più piccoli e poco colorati ma riempiono muretti e gazebi in maniera uniforme e graziosa, sempre ricordando che d’inverno perdono le foglie.


RAINER MARIA RILKE 
Ortensia blu

Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.

Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il grigio;

scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.

Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde. 

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