Posted by Arianna
Ortensia (hydrangea macrophylla)
Una pianta antica e anche un po’
dimenticata è l’ortensia, era ospite di quasi tutti i giardini almeno fino agli
anni ’70 poi è stata un po’ accantonata
a favore di giardini più “moderni”.
Per fortuna,
sembra che ci sia una riscoperta di questa bellissima e semplice pianta, tanto
che aziende e vivai specializzati hanno iniziato a tenerne varie specie, favorendo così non solo la conoscenza ai più,
della solita hidrangea macrophylla ma di tante altre specie anche rampicanti.
E' con
l'affascinante storia del loro nome che comincia la storia delle ortensie: fu
il francese "cacciatore di piante" Philibert de Commerson che nel
1771 così battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore
di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico,
che lo aveva accompagnato in una spedizione.
Ed è sempre il loro nome, anche se
stavolta quello botanico, Hydrangea, che da una gentile principessa ci conduce
ad una terrificante figura mitologia: è Hydra, con capelli a forma di serpente
simili alle asperità presenti sopra la capsula contenente i semi di questa
pianta.
L'opinione più ampiamente condivisa è tuttavia quella circa la
derivazione del nome Hydrangea dalle due parole greche hydros (acqua) e angeion
(vaso), per la particolare forma delle capsule contenenti i semi, che
assomigliano a delle piccole conche d'acqua. Pianta antichissima, di cui si
sono trovate tracce fossili collocabili in era terziaria ed in periodi
successivi (oligocene-miocene), venne introdotta nei paesi europei quasi
contemporaneamente, intorno alla metà del 1700. In Inghilterra si parlò di
ortensia nel 1736, si trattava di una arborescens proveniente dalla
Pennsylvania.
In America,
cito alla lettera il testo di Corinne Mallet "Hydrangeas species and
cultivars"; il nome Hudrangea comparve per la prima volta nel testo del
naturalista Gronovius (Flora Virginica - 1739).
Nei giardini giapponesi invece,
la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole durante il
diciassettesimo secolo, ma dato chele sue frontiere furono chiuse dal 1639 al
1856, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile. Grazie comunque
alle incursioni di alcuni "cacciatori di piante" europei (tra cui
vanno ricordati il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di Linneo e il
dottor Phihpl Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati ed ebbero
preso una descrizione botanica, anche se furono inizialmente classificati
all'interno del genereViburnum.
Da un punto di vista geografico troviamo le
Hydrangea distribuite dal nord-est al sud-ovest americano e nel sud-est
asiatico.
Alcuni autori (Dr. Me Clintock) dividono il genere in due sezioni. La
prima è chiamata Hydrangea e comprende undici specie decidue tutte riprodotte,
la seconda Comidia, ed è composta di dodici sempreverdi rampicanti
autosupportanti. Questi ultimi sono molto meno conosciuti, ad eccezione di
H.Seemani ed H.serratifolia.
(cit. giardinaggio.it )
(cit. giardinaggio.it )
Avere e curare
una ortensia è piuttosto facile.
Ha delle
esigenze ovviamente, ma non così difficili.
E’ una pianta
che dà soddisfazione perché non ha bisogno di costanti cure e di solito non si
ammala, fiorisce a tarda primavera con dei fiori grandi e belli da poter mettere
anche in vaso.
Insomma poca
fatica e tanto splendore.
L’ Hydrangea macrophylla, come già
detto è la più comune ortensia anche la più facile da coltivare, si presenta
con foglie larghe e di un bel verde e con infiorescenze grosse e rotonde, il
cui colore varia dal rosa all’azzurro, ci sono anche delle varietà bianche, al
momento dell’acquisto informatevi sul colore dei fiori della pianta che andrete a comperare e decidete in quel
momento quale colore dei fiori vi aggraderà di più.
E’ una pianta
caducifoglia, quindi d’inverno sarà spoglia, mentre in primavera inizierà molto
presto a buttare dei bocci di fogliame
verde chiaro, i fiori verranno molto dopo.
Necessità di
un terreno leggermente acido, quindi prendete del terriccio per rododendri,
azalee e appunto ortensie per metterla a dimora, e come diceva mia mamma per
questa pianta come per le calle, è una pianta che ama avere i piedi all’umido e
la testa al sole, quindi andrebbe bene un posto dove i fiori e le foglie
possano godere di luce solare, ma la base sia riparata.
Potatura:
tagliate in estate, prima di agosto, per dare forma ai cespugli. A fine estate
o inizio autunno, la pianta emetterà le gemme che fioriranno la stagione
successiva.
E’ invece
consentito tagliare i rami o i fiori secchi in ogni momento.
I fiori di
ortensia durano molto e li si può anche far seccare, ma ci sono anche delle
varietà rifiorenti , la Endless Summer
per esemoio che vanno potate durante il riposo vegetativo, cioè in
inverno.
Ci sono anche
delle ortensie rampicanti (Hydrangea seemannii) i suoi fiori sono più piccoli e
poco colorati ma riempiono muretti e gazebi in maniera uniforme e graziosa,
sempre ricordando che d’inverno perdono le foglie.
RAINER MARIA RILKE
Ortensia blu
Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.
Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il grigio;
scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.
Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.
come si percepisce la brevità di una piccola vita.
Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.
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