venerdì 11 settembre 2015

Hypericum Perforatum (Iperico)

Posted by Mara

Il genere Hypericum comprende oltre 450 specie diffuse in quasi tutto il mondo con l'eccezione delle regioni artiche e antartiche. Il genere comprende specie erbacee, annuali o perenni, piccoli arbusti e alberi alti sino a 12 m. 

L’Hypericum Perforatum è una pianta erbacea delle Ipericacee o Guttifere. Le foglie sono molto belle, di forma allungata, ellittica, di colore verde intenso, gradualmente più piccole e ristrette fino ai rami, i fiori sono gialli, molto appariscenti. 
Le infiorescenze hanno 5 petali arcuati spesso macchiati da puntini o linee neri e da puntini più chiari, ed una gran quantità di stami appariscenti. Se sfregati tra le dita i petali rilasciano un lattice rosso. L'altezza media si aggira tra i 30 ed i 40 centimetri. 
L’Iperico ha un corto rizoma sotterraneo che produce numerosi fusti lignificati alla base e ampiamente ramificati in alto.
L’iperico è comunissimo nei terreni incolti, ai margini delle strade, presso gli orti, al limitare dei campi. La raccolta si effettua raccogliendo i rametti e le foglioline. 
Le sommità fiorite si raccolgono in giugno- luglio quando gran parte dei fiori è già aperta ma prima che ce ne siano di appassiti; si tagliano i fusti evitando le parti troppo lignificate.

L’Iperico è uno dei fiori preferiti delle fate, rappresenta l’erba “solare” per eccellenza, normalmente conosciuto con il nome di “erba di San Giovanni” perché il suo periodo di fioritura combacia proprio con la data in cui si celebra questo Santo, il 24 giugno, ma non solo, per esempio, il colore rosso scuro delle macchie sui petali rappresenta il sangue versato da Giovanni il Battista nella sua decapitazione, e le macchie trasparenti sulle foglie rappresentano le lacrime versate su quell'episodio. 

Invece per la proprietà della pianta di tingere di rosso qualsiasi liquido usato per la sua estrazione, la leggenda narra che l’Iperico sia nato dalle gocce di sangue di Prometeo, condannato ad essere incatenato ad una roccia perché un falco gli mangiasse il fegato, che si riproduceva durante la notte per patire poi la stessa tortura ogni giorno, una punizione per aver donato agli uomini il fuoco rubato agli dei, e con esso anche l’infelice consapevolezza della propria natura mortale. Qualsiasi sia il motivo del suo nome, nel Medioevo si credeva che dormire con un rametto di Erba di San Giovanni sotto il cuscino la notte di S. Giovanni facesse apparire il Santo in sogno, per dare la sua benedizione, e per impedire a chi lo vedeva di morire durante l'anno successivo. 

Diverse sono le ipotesi sull’origine del nome botanico Hypericum: c’è chi lo fa risalire ai Romani, “Cum Hyperione” cioè padre del Sole e dell’Aurora. Secondo altri l’origine è greca, da Hypére (e) ikon, ossia “sopra l’immagine”, riferito all’usanza di ricoprire di fiori le immagini sacre, o da Hyper-eikon cioè “pianta che cresce sulle vecchie statue”. Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significa “al di sopra degli inferi”. Conosciuto come erba scaccia –diavoli, per la sua supposta capacità di cacciare spiriti maligni e fantasmi. Si racconta che alla vigilia della fasta di San Giovanni, per proteggersi dai malefici delle streghe, bisognasse portare in tasca una piantina di Iperico. 

In molti paesi europei c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, indossando in testa alcuni ramoscelli di Iperico, una volta spenti i fuochi i fuscelli venivano gettati sui tetti delle case per preservarle dai fulmini. Per quanto riguarda invece il nome Perforatum, esso deriva dal latino e significa "perforato", poiché le foglie viste controluce rivelano dei punti traslucidi, dando l'impressione che la foglia sia perforata, si tratta invece di ghiandole oleose ricche di olio essenziale.


Spesso la superstizione si lega a piante che assumono nell’immaginario popolare straordinari poteri curativi o magici, l’Iperico è una di queste. 

Durante il medioevo l’Iperico veniva appeso alle finestre e sulle porte per impedire a Satana e ai suoi emissari di penetrare nelle case. Quando si pensava che una donna fosse impossessata dal demonio le si metteva sul petto alcune foglie di questa pianta e altre venivano sparpagliate nella sua abitazione. 

Molti contadini ne tenevano alcune piante vicino alla casa, ne appendevano mazzi nelle stalle per scongiurare fatture contro il bestiame, nella culla dei neonati per proteggerli dal malocchio, sulle pareti e le finestre delle casa come amuleto protettivo e portafortuna. A quest’erba dunque si attribuiva il potere di far fuggire non solamente le entità negative, ma anche gli incubi e gli spettri, forse per l’odore molto simile a quello dell’incenso che questo fiore sprigiona quando viene bruciato. 

Infatti una volta seccato, l’Iperico assume una colorazione rossa-arancione e si riduce in polvere piuttosto facilmente, questa polvere può essere bruciata su carboni o miscelata ad altre erbe ed incensi. In alcuni paesi le sommità fiorite fresche venivano schiacciate e messe a macerare in olio e vino bianco, esposte al sole per dieci giorni e poi bollite a bagnomaria fino all’evaporazione del vino per ottenere l’unto dei tagli, prezioso su ferite, escoriazioni ecc. 

Per alcune anziane questi preparati venivano utilizzati per la loro presunta capacità di allontanare energie negative. 

Secondo una tradizione diffusa in Europa, le ragazze potevano scoprire se avrebbero trovato marito raccogliendo un rametto d’iperico la notte di San Giovanni e appendendolo nella propria camera da letto per una notte.
Se al mattino era ancora fresco entro l’anno si sarebbero sposate. Più recentemente pare che durante le guerre le donne lo abbiano utilizzato per proteggersi dalle violenze carnali.


Dioscoride, Plinio, Ippocrate somministravano l’Iperico nel trattamento di molte malattie: nel trattamento delle ferite (ha potenti proprietà antibatteriche e antivirali) per guarire i morsi dei serpenti nei disturbi renali e polmonari, contro gli attacchi di epilessia e in ciò che noi oggi chiameremmo depressione. 

L’iperico ha proprietà aromatizzanti, digestive, antispasmodiche, ipotensive, astringenti, antiinfiammatorie, cicatrizzanti. I principi attivo sono: olio essenziale, flavonoidi, tannini, ipericina, acido clorogenico e caffeico. In forma di olio viene usato sia in campo estetico che medicamentoso. 

E’ un ottimo doposole e, unito alla crema abituale, contrasta le rughe e le smagliature. Migliora l’acne e idrata la pelle, attenuando anche i casi di psoriasi. Le sue proprietà antibatteriche e cicatrizzanti sono adatte a ustioni, eritemi e piaghe. Attraverso il massaggio, è indicato per artrite, sciatica e problemi articolari. L’Iperico non viene usato solo come olio ma anche sotto forma di compresse e gocce, soluzioni che leniscono ulcere, gastriti e nausee. Inoltre, l’infuso viene usato per attenuare i dolori mestruali e dissipare la tristezza, l’ansia e anche la depressione. E’ prezioso anche per i disturbi del sonno e la mancanza di concentrazione. 
L’unica cosa a cui si deve stare attenti durante l’assunzione di iperico, è l’esposizione al sole, che prolungata potrebbe dare problemi, visto che questa pianta ne assimila moltissimo le energie, si rischierebbe una scottatura ancora più forte. Nonostante questo, nessuna sostanza è mai perfettamente sicura, perché basta abbondare nelle dosi per manifestare degli effetti collaterali. 
In realtà, l'unica tossicità fatale nota è stata rilevata dall'assunzione di Iperico da parte di alcuni animali, come le pecore, che non muoiono tanto per l'ingestione di grandi quantità di iperico, quanto, piuttosto, per l'esposizione al sole successiva. Attualmente alcuni medici stanno studiano l’Iperico come trattamento per l'AIDS, diverse forme di cancro, l’enuresi notturna dei bambini, le malattie della pelle come la psoriasi, l'artrite reumatoide, ulcera peptica, e anche i postumi di una sbornia. 
L'ipericina in esso contenuta ha dimostrato di possedere promettenti proprietà antitumorali e ha la capacità di inibire la crescita di gliomi (tumori cerebrali), del cancro al polmone e del cancro della pelle in vitro (in laboratorio). Le sue proprietà fotodinamiche potrebbero portare all'utilizzo di ipericina in combinazione con il laser nel trattamento del cancro.

In giuste dosi l’Iperico viene impiegato nel settore liquoristico per le sue proprietà aromatiche e digestive.

Le foglie più tenere possono essere consumate in insalata, sembra che le stesse foglie favoriscano la conservazione dei cibi. Dalle sommità fiorite si estrae un colorante arancio-marrone, per mordenzatura con cromo o allume.
Come si fa l'oleolito: raccogliere i capolini d’Iperico, sciacquali dolcemente con l’acqua e tamponali, poi mettili a macerare in circa 100 gr di olio d’oliva (i fiori devono essere completamente ricoperti dall’olio per non marcire) oppure olio di semi di girasole (Questa pianta sarebbe meglio farla con l'olio di girasole perché dovendo poi stare al sole ed essendo il girasole un olio molto resistente al calore non si rischia l'irrancidimento).
Prendere il vasetto e lascialo al sole per 10 giorni, ruotandolo a volte affinché i raggi solari filtrino ovunque. Se si usano più capolini, aumentare la quantità di olio e il numero di giorni, per 1 litro d’olio, bisogna lasciare l’olio al sole almeno 30 giorni. Con il passare dei giorni l'olio diventerà sempre più rosso, il sole infatti fa uscire l'ipericina che è la sostanza che dona tante virtù a questo olio. Trascorso il tempo va filtrato attraverso un colino con sopra un pezzo di stoffa o carta e versato in una bottiglia di vetro scuro. 

Chiazze d’oro risplendono in una notte speciale, magiche, sacre,
In loro c’è il tutto, il bene, il male, l’opera e la distruzione.
Nutrite dalle vibrazioni della natura, dalle sue forze
Diffondono energia che si espande tutto intorno a noi.
Gialle, come la calda luce del sole che in esse è contenuta.
Rosse come il caldo battito di sangue in esse contenute.
Sangue e vita.
Ecco ciò che Madre Terra ci dona, ecco la magia della creazione,
Dove l’energia arriva al suo culmine, seduttiva, avvolgente, rigenerante e…
Inevitabilmente inizia a modificarsi per poi svanire
Evanescente come un miraggio

Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi. 

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