Posted by Mara
Il genere Hypericum comprende oltre 450 specie diffuse in quasi tutto il mondo con l'eccezione delle regioni artiche e
antartiche. Il genere comprende specie erbacee, annuali o
perenni, piccoli arbusti e alberi alti sino a 12 m.
L’Hypericum Perforatum è una pianta erbacea delle Ipericacee o Guttifere. Le foglie sono molto belle, di forma allungata, ellittica, di colore verde intenso, gradualmente più piccole e ristrette fino ai rami, i fiori sono gialli, molto appariscenti.
Le infiorescenze hanno 5 petali arcuati spesso macchiati da
puntini o linee neri e da puntini più chiari, ed una gran quantità di stami
appariscenti. Se sfregati tra le dita i petali rilasciano un lattice rosso.
L'altezza media si aggira tra i 30 ed i 40 centimetri.
L’Iperico ha un corto
rizoma sotterraneo che produce numerosi fusti lignificati alla base e
ampiamente ramificati in alto.
L’iperico è comunissimo nei terreni incolti, ai margini delle strade,
presso gli orti, al limitare dei campi. La raccolta si effettua raccogliendo i
rametti e le foglioline.
Le sommità fiorite si raccolgono in giugno- luglio
quando gran parte dei fiori è già aperta ma prima che ce ne siano di appassiti;
si tagliano i fusti evitando le parti troppo lignificate.
L’Iperico è uno dei fiori preferiti delle fate, rappresenta l’erba
“solare” per eccellenza, normalmente conosciuto con il nome di “erba di San
Giovanni” perché il suo periodo di fioritura combacia proprio con la data in
cui si celebra questo Santo, il 24 giugno, ma non solo, per esempio, il colore
rosso scuro delle macchie sui petali rappresenta il sangue versato da Giovanni
il Battista nella sua decapitazione, e le macchie trasparenti sulle foglie
rappresentano le lacrime versate su quell'episodio.
Invece per la proprietà
della pianta di tingere di rosso qualsiasi liquido usato per la sua estrazione,
la leggenda narra che l’Iperico sia nato dalle gocce di sangue di Prometeo,
condannato ad essere incatenato ad una roccia perché un falco gli mangiasse il
fegato, che si riproduceva durante la notte per patire poi la stessa tortura
ogni giorno, una punizione per aver donato agli uomini il fuoco rubato agli dei,
e con esso anche l’infelice consapevolezza della propria natura mortale. Qualsiasi
sia il motivo del suo nome, nel Medioevo si credeva che dormire con un rametto
di Erba di San Giovanni sotto il cuscino la notte di S. Giovanni facesse
apparire il Santo in sogno, per dare la sua benedizione, e per impedire a chi
lo vedeva di morire durante l'anno successivo.
Diverse sono le ipotesi
sull’origine del nome botanico Hypericum: c’è chi lo fa risalire ai Romani,
“Cum Hyperione” cioè padre del Sole e dell’Aurora. Secondo altri l’origine è
greca, da Hypére (e) ikon, ossia “sopra l’immagine”, riferito all’usanza di
ricoprire di fiori le immagini sacre, o da Hyper-eikon cioè “pianta che cresce
sulle vecchie statue”. Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome
significa “al di sopra degli inferi”. Conosciuto come erba scaccia –diavoli,
per la sua supposta capacità di cacciare spiriti maligni e fantasmi. Si
racconta che alla vigilia della fasta di San Giovanni, per proteggersi dai
malefici delle streghe, bisognasse portare in tasca una piantina di Iperico.
In
molti paesi europei c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, indossando in
testa alcuni ramoscelli di Iperico, una volta spenti i fuochi i fuscelli venivano
gettati sui tetti delle case per preservarle dai fulmini. Per quanto riguarda
invece il nome Perforatum, esso deriva dal latino e significa
"perforato", poiché le foglie viste controluce rivelano dei
punti traslucidi, dando l'impressione che la foglia sia perforata, si tratta
invece di ghiandole oleose ricche di olio essenziale.
Spesso la superstizione
si lega a piante che assumono nell’immaginario popolare straordinari poteri curativi o magici, l’Iperico è una di queste.
Durante il medioevo l’Iperico veniva appeso alle finestre e sulle porte
per impedire a Satana e ai suoi emissari di penetrare nelle case. Quando si
pensava che una donna fosse impossessata dal demonio le si metteva sul petto alcune
foglie di questa pianta e altre venivano sparpagliate nella sua abitazione.
Molti
contadini ne tenevano alcune piante vicino alla casa, ne appendevano mazzi
nelle stalle per scongiurare fatture contro il bestiame, nella culla dei
neonati per proteggerli dal malocchio, sulle pareti e le finestre delle casa
come amuleto protettivo e portafortuna. A quest’erba dunque si attribuiva il
potere di far fuggire non solamente le entità negative, ma anche gli incubi e
gli spettri, forse per l’odore molto simile a quello dell’incenso che questo
fiore sprigiona quando viene bruciato.
Infatti una volta seccato, l’Iperico
assume una colorazione rossa-arancione e si riduce in polvere piuttosto facilmente,
questa polvere può essere bruciata su carboni o miscelata ad altre erbe ed
incensi. In alcuni paesi le sommità fiorite fresche venivano schiacciate e
messe a macerare in olio e vino bianco, esposte al sole per dieci giorni e poi
bollite a bagnomaria fino all’evaporazione del vino per ottenere l’unto dei
tagli, prezioso su ferite, escoriazioni ecc.
Per alcune anziane questi
preparati venivano utilizzati per la loro presunta capacità di allontanare
energie negative.
Secondo una tradizione diffusa in Europa, le ragazze potevano
scoprire se avrebbero trovato marito raccogliendo un rametto d’iperico la notte
di San Giovanni e appendendolo nella propria camera da letto per una notte.
Se
al mattino era ancora fresco entro l’anno si sarebbero sposate. Più
recentemente pare che durante le guerre le donne lo abbiano utilizzato per proteggersi
dalle violenze carnali.
Dioscoride, Plinio, Ippocrate somministravano l’Iperico
nel trattamento di molte malattie: nel trattamento delle ferite (ha potenti
proprietà antibatteriche e antivirali) per guarire i morsi dei serpenti nei
disturbi renali e polmonari, contro gli attacchi di epilessia e in ciò che noi
oggi chiameremmo depressione.
L’iperico ha proprietà aromatizzanti, digestive,
antispasmodiche, ipotensive, astringenti, antiinfiammatorie, cicatrizzanti. I
principi attivo sono: olio essenziale, flavonoidi, tannini, ipericina, acido
clorogenico e caffeico. In forma di olio viene usato sia in campo estetico che medicamentoso.
E’ un ottimo doposole e, unito alla crema abituale, contrasta le rughe e le
smagliature. Migliora l’acne e idrata la pelle, attenuando anche i casi di
psoriasi. Le sue proprietà antibatteriche e cicatrizzanti sono adatte a
ustioni, eritemi e piaghe. Attraverso il massaggio, è indicato per artrite,
sciatica e problemi articolari. L’Iperico non viene usato solo come olio ma
anche sotto forma di compresse e gocce, soluzioni che leniscono ulcere,
gastriti e nausee. Inoltre, l’infuso viene usato per attenuare i dolori
mestruali e dissipare la tristezza, l’ansia e anche la depressione. E’ prezioso
anche per i disturbi del sonno e la mancanza di concentrazione.
L’unica cosa a
cui si deve stare attenti durante l’assunzione di iperico, è l’esposizione al
sole, che prolungata potrebbe dare problemi, visto che questa pianta ne
assimila moltissimo le energie, si rischierebbe una scottatura ancora più
forte. Nonostante questo, nessuna sostanza è mai perfettamente sicura, perché
basta abbondare nelle dosi per manifestare degli effetti collaterali.
In realtà,
l'unica tossicità fatale nota è stata rilevata dall'assunzione di Iperico da
parte di alcuni animali, come le pecore, che non muoiono tanto per
l'ingestione di grandi quantità di iperico, quanto, piuttosto, per
l'esposizione al sole successiva. Attualmente alcuni medici stanno studiano l’Iperico
come trattamento per l'AIDS, diverse forme di cancro, l’enuresi notturna dei
bambini, le malattie della pelle come la psoriasi, l'artrite reumatoide, ulcera
peptica, e anche i postumi di una sbornia.
L'ipericina in esso contenuta ha
dimostrato di possedere promettenti proprietà antitumorali e ha la capacità di
inibire la crescita di gliomi (tumori cerebrali), del cancro al polmone e del
cancro della pelle in vitro (in laboratorio). Le sue proprietà fotodinamiche
potrebbero portare all'utilizzo di ipericina in combinazione con il laser nel
trattamento del cancro.
In giuste dosi l’Iperico viene impiegato nel
settore liquoristico per le sue proprietà aromatiche e digestive.
Le foglie più
tenere possono essere consumate in insalata, sembra che le stesse foglie
favoriscano la conservazione dei cibi. Dalle sommità fiorite si estrae un
colorante arancio-marrone, per mordenzatura con cromo o allume.
Come si fa l'oleolito: raccogliere i capolini
d’Iperico, sciacquali dolcemente con l’acqua e tamponali, poi mettili a
macerare in circa 100 gr di olio d’oliva (i fiori devono essere completamente
ricoperti dall’olio per non marcire) oppure olio di semi di girasole (Questa
pianta sarebbe meglio farla con l'olio di girasole perché dovendo poi
stare al sole ed essendo il girasole un olio molto resistente al calore non si
rischia l'irrancidimento).
Prendere il vasetto e lascialo al sole per 10
giorni, ruotandolo a volte affinché i raggi solari filtrino ovunque. Se si
usano più capolini, aumentare la quantità di olio e il numero di giorni, per 1
litro d’olio, bisogna lasciare l’olio al sole almeno 30 giorni. Con il passare
dei giorni l'olio diventerà sempre più rosso, il sole infatti fa uscire l'ipericina
che è la sostanza che dona tante virtù a questo olio. Trascorso il tempo va
filtrato attraverso un colino con sopra un pezzo di stoffa o carta e versato in
una bottiglia di vetro scuro.
Chiazze d’oro
risplendono in una notte speciale, magiche, sacre,
In loro c’è il tutto, il
bene, il male, l’opera e la distruzione.
Nutrite dalle vibrazioni
della natura, dalle sue forze
Diffondono energia che
si espande tutto intorno a noi.
Gialle, come la calda luce del sole che in esse è contenuta.
Rosse come il caldo battito di sangue in esse contenute.
Sangue e vita.
Ecco ciò che Madre Terra ci dona, ecco la magia della creazione,
Dove l’energia arriva al suo culmine, seduttiva, avvolgente, rigenerante
e…
Inevitabilmente inizia a modificarsi per poi svanire
Evanescente come un miraggio
Ricordiamo che:
Prima
di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre
interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali
vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe
salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e
rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile
scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate
da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione,
essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono
risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non
appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può
essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di
fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali
sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche.
Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello
che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro
la natura e dentro noi stessi.
Nessun commento:
Posta un commento