Il Melograno (Punica Granatum) appartiene alla famiglia delle Punicaceae. L’attuale nome della pianta deriva dal latino malum ("mela") e granatum ("con semi”).
La stessa origine è riconosciuta anche in altre lingue come in Inglese “Pomegranate”, ed in Tedesco “Granatapfel, (mela coi semi). In Inghilterra in passato era nota come “apple of Grenada”.
Il nome della città spagnola Granada deriva dall’ importazione del frutto sotto il dominio dei mori in Spagna; la città spagnola di Granada ha infatti nello stemma un frutto di melograno, in spagnolo granada significa melograno.
Il fusto è legnoso, con ramificazioni sottili numerose, spinose all’apice. Le foglie sono lanceolate, ondulate.
I fiori sono lunghi da 3 a 5 centimetri, hanno un calice carnoso di colore rosso.
La
corolla è formata da 5-8 petali rosso-arancio arrotondati e leggermente
ondulati.
I frutti sono delle bacche uniche nel loro genere, che si sviluppano
insieme al calice floreale, la presenza del calice si vede anche nel frutto
maturo, opposta al picciolo si trova una sorta di corona rialzata, segno di
resti del calice.
Sono rotonde, grosse come una mela, con la buccia coriacea gialla,
contenenti numerosi semi (circa 600) simili a quelli del granoturco, con polpa
acidula e succosa il cui colore può variare dal bianco al rosso sangue; la
profumazione, il gusto, la forma ed il colore del frutto di melograno sono
fattori fortemente condizionati dalla specie.
Nel secolo passato è diventato un albero
campagnolo, forse uno dei pochi, che il contadino si è concesso di piantare per
il piacere di vederlo fiorito.
Il Melograno è di grande effetto ornamentale,
specialmente gli esemplari con tronchi contorti e tutt’ora viene utilizzato in parchi
e giardini come pianta singola o a gruppi.
La pianta del Melograno è tanto bella che gli
antichi la caricarono di simboli e di sogni, facendone uno dei misteri della
natura. La leggenda narra che il Melograno fu un prezioso portento di Madre
Natura, dalla quale tutto ebbe inizio e nella quale tutto finirà. Numerose
culture antiche erano fortemente convinte che questo frutto fosse un vero
miracolo, considerandolo un frutto sacro.
Nell'antico Egitto il succo della
Melagrana insieme alla birra, dava origine a una bevanda magica che aveva
il potere di salvare l'umanità dalla distruzione. Ne
esistono raffigurazioni in tombe egizie del 2500 a.C. ed è nominato anche in
papiri del 1547 a.C. Nelle camere sepolcrali di Ramsete IV sono stati trovati
dei frutti autentici seccati.
Per i Celti il melograno aveva una importanza
eccezionale con un forte simbolismo ed era elemento fondamentale nei riti delle
principali festività celtiche, per esempio nella festa di Samhain, il Capodanno
dei Celti, la notte in cui si spalancano le porte del regno dell’altro mondo ed
i morti possono entrare in contatto con i vivi.
Grande importanza anche nei
riti di siri e fenici. Molti sono i riferimenti al Melograno nel vecchio
testamento, soprattutto nel Cantico dei Cantici: “come uno spicchio di Melograno le tue guance sotto il velo” “I tuoi
germogli formano un giardino di melograni, con frutti squisitissimi” “Ti
offrirei vino profumato, di mosto dolcissimo del mio melograno”.
Per tradizione la vittima pasquale veniva infilzata in uno spiedo di Melograno.
Le immagini delle melagrane venivano applicate sugli abiti rituali dei Grandi
Sacerdoti, ricamate nel bordo dell’abito sacerdotale di colore viola, porpora
rossa e scarlatto, in mezzo a sonagli d’oro. I Melograni rappresentati sui
capitelli che erano sul fronte del Tempio di Salomone in Gerusalemme oltre ad
essere un simbolo divino, erano anche un simbolo regale, grazie alla coroncina
del frutto.
La corona, che nella simbolistica ebraica denota la santità, sarebbe
rappresentata anche dalla "corona", residuo del calice fiorale che rimane
sulla punta del frutto. Il melograno appare nelle vecchie monete della Giudea
come simbolo santo. Molti rotoli della Torah sono protetti da gusci in argento
a forma di Melagrane.
Nella cultura ebraica la melagrana è sinonimo
di correttezza e onestà. Al suo interno conterrebbe 613 semi, proprio come
nella Torah sono contenute 613 perle di saggezza.
Nell’induismo, uno dei nomi
del Dio Ganesha è “Bijapuraphalasakta”, cioè colui che gradisce la frutta dai
molti semi (il melograno).
Durante le feste in onore della Dea Demetra, le ateniesi mangiavano i
frutti della melagrana, augurio di prosperità e fertilità. I sacerdoti invece,
incoronavano il capo con i rami della pianta.
Ancora oggi, in Grecia, quando si
acquista una nuova casa, è uso mettere sull’altare domestico della casa, un
frutto di melograno come simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna.
Gli
antichi Romani ornavano il capo delle spose con rametti di Melograno per
augurare loro Fertilità. A Roma la Melagrana era tenuta in mano da Giunone e
rappresentava il matrimonio, l’amore e i frutti di questo amore. Però aveva
anche un significato legato al culto della vita dopo la morte.
In molte tombe
romane, si trovavano immagini di melograni in basso rilievo. In Africa ed
in India le donne sterili ne bevevano il liquido. In Persia le
poesie d’amore spesso riportavano simbolicamente l’immagine della melagrana e in
Cina era frutto di buon auspicio, simbolo di lunga discendenza.
In Vietnam leggende raccontano che aprendosi, la melagrana, lasciò
uscire cento bambini, e in Turchia le giovani spose gettano a terra una
Melagrana matura: avranno tanti figli quanti semi usciranno dal frutto
spezzatosi a terra.
In Dalmazia la tradizione vuole che lo sposo
trasferisca dal giardino del suocero al suo una pianta di melograno.
La
melagrana si trova anche nella simbologia massonica, a simboleggiare
fratellanza e solidarietà all’interno della loggia.
Nel castello di
Issogne uno dei castelli della Valle D’Aosta, si trova la famosa fontana
ottagonale con l’albero di melograno in ferro battuto. L’albero è rappresentato
con le foglie di quercia (simbolo di forza e antichità) e i frutti di melograno
(simbolo di fertilità della famiglia).
Da sempre il Melograno (Il frutto è chiamato
Melagrana), rappresenta l'energia vitale; come tutti i frutti da seme rappresenta
infatti la fecondità, l'abbondanza e la prolificazione.
Il succo di colore rosso
evoca il sangue e costituisce il simbolo della vitalità e dell'energia.
E’ un
simbolo di fertilità presente nel mondo occidentale quanto nel mondo orientale.
Eppure la melagrana è soprattutto simbolo di morte, o piuttosto
di rinascita e di rigenerazione, la melagrana quando inserita in un
contesto funerario era di buon augurio, perché là dove c’è morte, c’è pure
rigenerazione.
Il duplice significato che potrebbe sembrare una contraddizione
non è altro che l’altra faccia di una medesima moneta: il ciclo della vita,
nascita-morte-rinascita.
Le popolazioni antiche ritenevano che
il melograno fosse la panacea di tutti i mali; a prova di questo, il
fatto che una volta si utilizzavano tutte le parti della pianta, dalle radici
ai fiori, per la cura di numerose malattie. La credenza venne rafforzata dalla
visibile forza della pianta e alla sua capacità di sopravvivere in habitat
ostili, semidesertici.
Ippocrate, valutò il
melograno nei suoi studi, lodandone le virtù medicamentose, dimostrate solamente
nel corso degli anni seguenti.
Le proprietà benefiche del melograno ipotizzate
da Ippocrate vennero successivamente confermate dalla Scienza Ufficiale: nel
tentativo di accreditare queste ipotesi, vennero aggiunti al melograno
ulteriori poteri curativi.
Il Melograno contiene carboidrati, acqua,
grassi, proteine, fibre, zuccheri, ceneri. Il frutto è particolarmente
ricco di sali minerali quali potassio, manganese, zinco, rame, fosforo, ferro,
magnesio, sodio, selenio e calcio, vitamine
B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, vitamina E, K e J. Il Melograno ha
molte sostanze benevole per l’organismo come per esempio i flavonoidi, gli antiossidanti,
vari tipi di acidi, tra cui l’ellagico e il gallico, la quercitina e altri
principi attivi molto benefici che gli hanno fatto meritare il nome
di “frutto della medicina”.
Essendo ricco di antiossidanti è considerato
antitumorale, ostacola alcuni problemi legati alla menopausa e aiuta il cuore a
mantenersi sano. Inoltre è un potente vermifugo (molto utile contro il famoso
verme solitario Tenia solium), è astringente ed
è quindi utile in caso di diarrea, fa bene alle articolazioni.
Anche nei
confronti del morbo di Alzheimer il succo di melagrana ha dimostrato di
avere proprietà benefiche; l’assunzione giornaliera è in grado di
erigere una barriera protettiva e di attaccare le proteine nocive. Secondo
recenti studi l’assunzione protratta nel tempo del suo succo sarebbe in grado
di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Ogni parte della pianta, (radici, corteccia,
fiori, foglie) è usata nella medicina Ayurvedica.
Corteccia, radici (prelevate
in primavera o in autunno) e scorza dei frutti (raccolta in autunno), vengono
fatte essiccare all’aria e ridotte in polvere,la quale viene poi utilizzata
come decotto: ha proprietà tenifughe, astringenti, e sedativo nelle
dissenterie; per uso esterno il decotto ha proprietà astringenti, per clisteri
o irrigazioni vaginali. L'infuso dei petali viene utilizzato come rinfrescante
delle gengive.
I semi ricchi di vitamina C, hanno proprietà blandamente
diuretiche.
Nonostante
il melograno appaia, come un frutto innocuo, esso in realtà può costituire un
pericolo per la salute di chi lo consuma.
I preparati a base di corteccia e di
radici sono estremamente pericolosi.
I casi di intossicazione da melograno sono
tutti imputabili alla loro somministrazione eccessiva. Sonnolenza,
cefalea, vertigini, difficoltà respiratoria sono i sintomi collaterali
più ricorrenti in seguito all'uso sovrabbondante di estratto di
corteccia di melograno.
La
corteccia del melograno, viene ancora oggi utilizzata in alcuni paesi africani
e orientali per la concia del cuoio.
Il
contenuto di polifenoli e le proprietà antiossidanti della melagrana
sono tre volte superiori a quelle del tè verde.
Dalla
buccia essiccata si ottiene un buon colorante color giallo tendente al verde
impiegato nell’artigianato degli arazzi nei Paesi Arabi di cui si sono trovate
tracce perfino in alcune tombe egizie.
Corteccia
e scorza erano utilizzate anche per la tintura di lana, cotone e in alcuni
casi del lino.
Grazie ad un lungo processo di ebollizione ed immersione
delle fibre, si potevano raggiungere variegate colorazioni, la più comune e la
più semplice era quella nera.
A differenza dei tessuti neri oggi ottenuti con
l’uso di coloranti chimici, quelli tinteggiati con il melograno non provocavano
alcuna allergia o dermatite, e nonostante ripetuti lavaggi, il colore non
perdeva brillantezza.
Dalle
radici è possibile ricavare coloranti utilizzati nella cosmesi.
Le scorze
di questo frutto hanno anche proprietà aromatiche e vengono spesso
impiegate per conferire aromi particolari ad alcuni tipi di liquori, tra cui il
vermouth.
In
Messico i semi di melograno vengono utilizzati per la preparazione di alcuni
tipi di chili a cui conferiscono una particolare colorazione rossa.
I frutti di melograno sono spesso usati per la decorazione di macedonie
o nell’industria conserviera per la produzione di succhi, marmellate sciroppi e
sciroppati.
In cucina il loro succo può essere impiegato in numerosi modi: ha
un sapore molto dolce, ideale per condire risotti, primi piatti e insalate.
Celebre
frutto portafortuna può diventare un’idea per augurare tanta fortuna.
Sangue che feconda la terra, sinonimo di Madre
Divina.
Petali scarlatti racchiudono in loro un grande
dono
Celano messaggi intensi, ci parlano d’amore,
bellezza, mistero…
Nascondono un frutto magico, sacro, sospeso tra
leggenda e realtà.
Vita, sacrificio, morte, rinascita
simbolicamente racchiusi in esso.
Colori caldi d’autunno, piccoli cristalli color
del sangue
Luccicanti, preziosi, ricchi, dolci.
Armonioso e rassicurante abbraccio carico d’energia
Ricordiamo che:
Prima
di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre
interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali
vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe
salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e
rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile
scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate
da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione,
essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono
risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non
appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può
essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di
fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali
sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche.
Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello
che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro
la natura e dentro noi stessi.