L’ Arbutus unedo è un albero originario della zona mediterranea occidentale dove cresce
spontaneamente, appartiene alla famiglia
delle Ericaceae, la stessa famiglia
dell’erica e dei mirtilli.
È una pianta che varia nelle dimensioni, va da piccolo arbusto ad albero
alto fino a 10 metri.
L’Arbutus unendo presenta
un bel fogliame sempreverde e la corteccia rossastra che si sfalda in sottili placche allungate che costituiscono un elemento ornamentale in tutte le stagioni, in più si
presenta particolarmente colorato, grazie alla sua capacità di contenere
foglie, fiori e frutti contemporaneamente.
Le foglie, sparse sui
rametti, sono ovali-oblunghe e acuminate in entrambe le estremità, il margine è
seghettato, la consistenza coriacea con nervature prominenti nella parte
inferiore.
I fiori, appaiono in autunno-inverno e fruttificano l'autunno
seguente. Sono molto piccoli e uniti tra loro in brevi grappoli penduli.
Ogni
fiore è formato da un piccolissimo calice e da una corolla bianca o rossa
rigonfia come un otre, terminata alla fauce da cinque piccoli denti volti verso
l’esterno.
Le infiorescenze sono bisessuate, cioè al loro interno presentano
sia gli organi maschili che quelli femminili. I profumatissimi fiori in
autunno attirano api e farfalle; le farfalle amano deporre le uova sulle foglie
mentre sono parecchi gli uccelli che durante il periodo autunnale si nutrono
dei frutti dell’Arbutus.
Il frutto dell’Arbutus unendo è una bacca carnosa più o meno
tondeggiante con la superficie tubercolata, raggiunge dimensioni simili a
quelle di una ciliegia.
Si presentano rossi esternamente, mentre internamente
hanno una polpa scura, soda dolce.
La colorazione di queste bacche è prima verde,
poi gialla e infine arancione, rossa.
I frutti che si formano l’anno
precedente, maturano durante lo sviluppo dei fiori dell’anno successivo
regalando diversi effetti cromatici. I frutti (corbezzoli) sono
maturi quando si staccano spontaneamente dalla pianta e cadono a terra.
Il suo nome "Arbutus unedo" sembra provenire quasi certamente
dal celtico. Infatti "ar" in celtico vuol dire "acerbo,
astringente" mentre "unedo" è il nome che veniva usato
nell’antichità e che sembra derivare dal latino "unu tantum edo"
"ne mangio uno soltanto" per precisare di non esagerare con i suoi
frutti che in quantità eccessiva davano senso di nausea e stitichezza, mentre l’origine
della parola corbezzolo è incerta; alcuni studiosi la fanno risalire
alla parola germanica” kirsch – bùschel” che significa “grappolo di ciliege”.
Greci
e romani pensavano che la pianta di Arbutus unendo fosse nociva in quanto, se
mangiate, le sue bacche provocavano mal di testa e di stomaco all'individuo.
In
passato era chiamato ciliegio marino, e considerato pianta magica, proprio
perché un consumo copioso porta ad uno stato di vertigine simile all’ebbrezza.
Gli
studiosi delle credenze magiche e degli antichi culti riferiscono di una festa
religiosa legata al consumo delle bacche di Arbutus unendo (corbezzoli), che si
teneva il 23 di ottobre, giorno di san Simeone e Giuda. Questa festa del
corbezzolo era secoli fa una di quei riti che collegavano la magia e la
religione con il divertimento, una celebrazione gioiosa
attorno al frutto che aveva un potere inebriante simile ai grappoli d’uva.
I partecipanti si davano appuntamento tra i
sentieri dei boschi, raccoglievano i corbezzoli e poi si intrattenevano fino a
tarda sera a festeggiare allegramente.
Invece durante il solstizio d’estate, il 23 giugno, l’Arbutus unedo era
una delle piante di san Giovanni, in grado di proteggere i bambini dalle
streghe. Virgilio, nell’Eneide,
racconta che i parenti dei defunti usavano porre dei rami di Arbutus unendo
sulle tombe come simbolo ed auspicio di immortalità.
Durante il risorgimento
L’Arbutus unendo venne chiamato anche pianta di Garibaldi per i suoi colori, il
verde delle foglie, il bianco dei fiori e il rosso dei frutti che in autunno
compaiono contemporaneamente e ricordano la bandiera italiana.
Per le sue speciali
caratteristiche Giovanni Pascoli gli dedicò un’ode.
In Inghilterra L ’Arbutus è
nominato strawberry tree perché ricorda un albero carico di
fragole. Lo stemma della città di Madrid è un orso che si nutre da una pianta
di Arbutus.
L’Arbutus unendo è ricco
di proprietà terapeutiche: è astringente ed antidiarroico, antinfiammatorio
delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio e delle vie
urinarie, antispasmodico dell’apparato digerente, diuretico, antisettico.
Queste
proprietà sono racchiuse nelle foglie ricche di tannini. I frutti invece sono
molto ricchi di zuccheri e vitamina C ma vanno mangiati in piccola quantità
perché possono dare disturbi e soprattutto evitati in caso di diabete. Le
foglie si raccolgono in maggio-agosto staccandole a una a una insieme al
picciolo.
Non vanno raccolte quelle dell’anno precedente che sono più indietro
nei rami e hanno un colore più scuro e il margine spesso brunito. Le foglie da
raccogliere sono quelle verde intenso.
Si essiccano poi all’ombra in strati
sottili muovendole spesso, si conservano poi in sacchetti di carta.
L’infuso di
Arbutus può portare notevoli benefici in caso di cistiti e infiammazioni alla
vescica.
In Marocco le foglie vengono tradizionalmente usate per preparare una
tisana che, grazie ai suoi benefici sul sistema circolatorio, cala la pressione
sanguigna.
Il decotto della radice può essere usato nell’arteriosclerosi,
mentre il decotto delle foglie come tonico astringente sulla pelle.
Il miele di
corbezzolo(Arbutus) ha proprietà antisettiche, astringenti, anti asmatiche,
viene indicato per alleviare il mal di gola. È un miele dal colore scuro con
sapore amaro e a volte pungente; è molto ricercato perché è l’ultima produzione
delle api prima del periodo invernale.
I frutti vengono raccolti maturi fra novembre e dicembre.
Si conservano
male, sono morbidi e delicati perciò fermentano facilmente.
Meglio impiegarli
in cucina per preparare inconsuete marmellate distillati, vini, sciroppi,
succhi, salse, o un gustoso aceto da utilizzare per condire insalate oppure per
fare un insolito regalo.
Per fare l’aceto bastano una manciata di frutti poco
maturi e 6 foglie di alloro.
Mettere entrambi in una bottiglia con un litro di
aceto e lasciar riposare in un luogo fresco, asciutto e al buio per tre
settimane circa. I frutti matureranno prendendo il colore rosso dentro la
bottiglia. I liquori si preparano invece facendo macerare i frutti maturi
nell’alcool puro.
L’intera pianta è usata anche
in altri modi, ad esempi dalla corteccia si estraggono tannini che vengono
utilizzati per produrre coloranti o per la concia delle pelli.
Il legno spesso
viene usato per le sue proprietà aromatiche per la cottura di carne e pesce o
per affumicare (assieme ad altri legni) le forme di formaggio.
I vecchi
contadini con la radice di Arbutus, usata insieme ad altri legni, si auto
costruivano le pipe. Trova impiego anche nei rimboschimenti, poiché è una
pianta con una grande resistenza al fuoco, dopo il suo passaggio riesce ad
emettere velocemente dei polloni vitali che favoriscono la sua crescita.
Colore, sapore, gioia
d’autunno
Piccoli fiori bianchi,
Allegra cascata ricca di
sfumature.
Metamorfosi
I fiori nuovi sorridono
ai frutti
Appariscenti bacche
scarlatte che brillano
Incastonate nella verde
chioma.
E dal profondo del cuore
Evocano ricordi lontani…
Il tricolore…
Il profumo dell’amore.
By Mara
Ricordiamo che:
Prima
di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre
interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali
vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe
salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e
rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile
scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate
da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione,
essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono
risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non
appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può
essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di
fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali
sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche.
Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello
che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro
la natura e dentro noi stessi.