venerdì 7 agosto 2015

Ruta Graveolens

Posted by Mara

La Ruta Graveolens è una pianta della famiglia delle Rutacee, originaria dell’Europa, è comune in Italia in tutte le regioni, eccetto le isole, dove si trova solo coltivata.
È un’erba perenne, dall’aspetto cespuglioso e grazioso, con i rami inferiori lignificati; ogni anno su questi rami ne crescono altri erbacei. I fusti alti fino ad un metro sono semplici, di colore verde tendente all’azzurro ed erbacei nel primo anno di vita, poi legnosi e marroni. 
Le radici sono fibrose, bianche e robuste e molto sviluppate in profondità. La Ruta Graveolens è riconoscibile per il particolare colore verde-azzurrino delle foglie e per l’intenso odore caratteristico.
Le foglie, formate da 2-3 foglioline, se guardate in trasparenza, hanno dei punti traslucidi, sono le ghiandole odorifere responsabili del suo profumo intenso, quasi nauseante. 

I fiori sono di piccole dimensioni, raggruppati in cima ai rami: giallo-verdognoli, passano quasi inosservati; la fioritura si verifica durante l’estate.
Nasce nei terreni incolti, aridi, sassosi e nei dirupi esposti al sole. 

Il nome Ruta deriva dal greco “Reuo” che significa “liberare” e “Graveolens” che significa “dal forte profumo”.
Sia nell’antichità che nel Medioevo, la Ruta Graveolens era una pianta officinale molto apprezzata, nonostante gli antichi greci la ritenessero velenosa, perché l'avevano scambiata per un'altra pianta come la cicuta, ma anche perché non conoscendo bene le sue proprietà la utilizzavano in forti dosi e chi la prendeva moriva per la sua forte tossicità. 
La ritenevano efficace per le malattie oculari, per il mal d’orecchi, in caso di parassiti intestinali. Plinio era convito che questa erba fosse un rimedio contro i morsi di vipere e altri serpenti velenosi e il comportamento della donnola confermava la sua tesi.
Prima di scontrarsi con questi animali, si struscia contro i cespugli di Ruta. 
la reputazione di ottimo farmaco la Ruta Graveolens lo conquistò nel XVII secolo, al tempo delle grandi epidemie di peste. Essa era contenuta nel famoso "aceto dei briganti", con il quale quattro ladri si erano strofinati prima di saccheggiare in Francia le case in cui vivevano gli ammalati di peste, evitando così il contagio. 
Questo aceto conteneva anche salvia, timo, lavanda, rosmarino e aglio: l'effetto però non era riconducibile al forte odore di Ruta, come si pensava allora, ma piuttosto all'effetto antisettico degli oli essenziali contenuti nelle altre piante. 
Veniva tenuta in casa per proteggersi dalle pulci, portatrici della malattia. I pavimenti delle prigioni e le aule d’udienza erano cosparse di Ruta in modo da tenere lontana la temuta” febbre della prigione”, causata dalle pulci e dai topi, mentre gli ufficiali della corte ne portavano con sé un piccolo mazzetto in modo da evitare il pericolo di essere infettati dai prigionieri. 
Ippocrate attribuiva a questa pianta la capacità di impedire la germinazione dei semi e la procreazione.
Da centinaia di anni si sa che se presa in dosi elevate provoca l’aborto nelle donne in stato interessante.
Sembra che Leonardo da Vinci e Michelangelo si lavassero spesso gli occhi con un infuso di Ruta, pare che questo rendesse la loro vista acuta ed esaltasse le loro capacità creative.
La Scuola di Salerno, Accademia medica che ebbe grande fortuna nel Medioevo diceva: “nobile è la ruta che la vista rende perfetta”. Si pensava che questa erba aumentasse il desiderio nelle donne, ma non negli uomini, nuovamente la Scuola di Salerno diceva:” nell’ uomo Venere affredda e nella donna assai l’accende”. 
La ricerca moderna ha confermato molte teorie del passato, in particolare si è riconosciuto alla Ruta proprietà “emmenagoghe” cioè di rendere il ciclo mestruale più abbondante e perfino di provocarlo. 
Non va mai ingerita durante una gravidanza perché può facilmente provocare un aborto, oltre che infiammazioni genitali e intestinali. Rende la vista più acuta, e combatte la fragilità dei capillari, specie la rutina, sostanza estratta dalla pianta, a volte insieme alla vitamina C. Allontana i serpenti, i topi, e molti insetti molesti. Se saggiamente adoperata, con dosaggi misurati.
La ruta Graveolens possiede molte virtù: ha proprietà aromatizzanti, digestive, emmenagoghe, protettrici vasali, pigmentanti, rubefacenti. Nota soprattutto come aromatizzante di distillati alcolici cui conferisce un particolare potere digestivo (già nel Medioevo, veniva usata come ingrediente nella preparazione del vino aromatico alle erbe, ed ancor oggi viene usata in Spagna e nell’Italia meridionale per aromatizzare il brandy), stimola infatti la secrezione gastrica, facilita la digestione, elimina la fermentazione. 
Tutte proprietà che si manifestano a piccole dosi. 

Fin dalla prima epoca romana, la Ruta Graveolens ha avuto una grande importanza nei racconti, nelle favole, nelle leggende e nelle superstizioni.
Una di queste diceva che questa pianta fosse in grado di allontanare la paura, bastava metterla in tasca quando si dovevano affrontare situazioni di paura, e le case in cui cresceva erano ritenute privilegiate. 

Nel rinascimento venne chiamata “Herba de fuga demonis” ed era considerata un’erba sacra, perché si credeva che il suo odore forte allontanasse agli spiriti maligni. I sacerdoti druidi la spargevano nelle loro case e nei posti di lavoro per scacciare il diavolo e gli spiriti maligni.
Dei rami di Ruta venivano messi sulle tombe dei defunti per allontanare gli spiriti. Fino a tutto l’ottocento è stata usata nelle pratiche esorcistiche, forse per la disposizione a croce dei petali.


Nel Medioevo i monaci dei monasteri mescolavano alcune foglie di Ruta Graveolens alle insalate perché ritenevano fosse afrodisiaca e quindi la impiegavano per liberarsi da istinti e da sogni erotici.
Sempre nel Medioevo, nella notte di S. Giovanni, la Ruta Graveolens era una delle erbe aromatiche che avevano il potere di difendere dagli attacchi di streghe, demoni e ogni altra entità malvagia e ai loro sortilegi.
Gli antichi alchimisti consideravano questa pianta speciale, per le eccezionali proprietà fisioterapiche ed esoteriche, in quanto permetteva all’uomo coi suoi poteri di controllare la propria mente. 

La Ruta Graveolens ha ispirato la creazione dell’immagine del seme di Fiori nelle carte da gioco.

Le foglie fresche possono essere usate con moderazione e in dosi piccolissime per insaporire insalate, carni, pesci, olii e aceti aromatici. 
Anche oggi questa pianta è guardata con una certa venerazione ma abbiamo l’obbligo di dire che la Ruta è una pianta velenosa, il cui uso sconsiderato ed eccessivo potrebbe provocare seri disturbi o, addirittura, avvelenamenti letali.
L’olio di Ruta può causare irritazioni, arrossamenti e vesciche, per questo motivo è sconsigliabile raccoglierla a mani nude. 
L’assunzione di alte dosi può causare dolori di stomaco, vomito, convulsioni, confusione mentale, aborto.
L’uso famigliare è da escludere ma per chi volesse preparare la tipica grappa aromatica ad uso digestivo da bere sempre ovviamente in piccole dosi, basterà mettere a macerare per un mese un rametto di Ruta in una bottiglia di grappa, lasciando il rametto all’interno della bottiglia finché non è finita la grappa.


Profumo forte, intenso, impregna l’aria.
Cerco tra le erbe, il tuo colore particolare, il tuo fiore strano….
Ti vedo.
Stabilisco un legame diretto tra il tuo profumo e le leggende legate ad esso.
La mente vola indietro nei secoli,
L’aspetto delle cose cambia come pure le emozioni, le sensazioni…
Vite intrecciate alle piante,
Magia e bellezza,
Paura e aiuto,
Vita e morte
Tutto racchiuso in una sola essenza,
Così amica e così pericolosa.

Ricordiamo che:
Prima di intraprendere una cura a base di piante medicinali si deve sempre interpellare un medico specialista in materia e seguire le sue indicazioni
Tutte le piante officinali vanno usate con estrema competenza ed esperienza, con estrema cautela.
La raccolta delle erbe salutari è un’arte abbastanza difficile: è necessario saperle riconoscere e rispettare l’epoca in cui i principi attivi è più elevata. Èindispensabile scegliere bene i luoghi di raccolta, per evitare piante inquinate o avvelenate da scarichi o smog. È obbligatorio conoscere le regole di conservazione, essicazione, preparazione e assunzione.
Numerose piante possono risultare tossiche, se non addirittura velenose, se usate in maniera non appropriata, o sono controindicate a determinati soggetti o situazioni
L’autoterapia può essere pericolosa, consultare sempre un medico
Il nostro scopo è quello di fornire una base al passeggiatore curioso. Alla persona che vuole sapere quali sono le piante che incontra e sapere che molte hanno proprietà salutistiche. Per trovare la voglia di tornare alla natura e guardare con nuovi occhi quello che ci circonda cogliendone la magnificenza. Un passaggio che ci porta dentro la natura e dentro noi stessi. 

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